"Diritto allo studio, la nostra priorità": "La Regione smetta con le fake news"

L'assessora regionale Nardini e il rappresentante degli studenti Grignano criticano la violenza e il defianziamento nel sistema universitario pisano, sottolineando l'importanza dell'uguaglianza e del pieno diritto allo studio.

"Diritto allo studio, la nostra priorità": "La Regione smetta con le fake news"

"Diritto allo studio, la nostra priorità": "La Regione smetta con le fake news"

"Ringrazio il rettore Riccardo Zucchi, oltre al direttore della Scuola Normale Luigi Ambrosio e alla rettrice della Scuola Sant’Anna Sabina Nuti, per essere prontamente intervenuti a sottolineare come le immagini di manganelli su ragazze e ragazzi che manifestano siano incompatibili con la storia di cultura, confronto e libera manifestazione della città". Lo ha detto l’assessora regionale all’università, Alessandra Nardini, intervenendo alla cerimonia inaugurale del 680/o anno accademico dell’ateneo pisano. Nardini ha poi ricordato che "l’università, come la scuola, deve tornare a essere motore dell’ascensore sociale, garantendo ai ragazzi la possibilità di esprimere i propri talenti e la nostra missione è assicurare il pieno diritto allo studio, come la Toscana fa da anni, a prescindere dalle condizioni economiche e sociali delle famiglie d’origine: è un diritto garantito dalla nostra Costituzione repubblicana e antifascista: in questa fase si parla tanto di merito, ma troppo poco di uguaglianza e pari opportunità".

Dopo di lei ha preso la parola il rappresentante degli studenti Francesco Grignano, che dopo avere criticato le cariche della polizia "a un corteo pacifico di studenti per lo più minorenni" se l’è presa anche con la Regione Toscana definendo "sistematico e massivo" il "definanziamento portato avanti negli ultimi anni al diritto allo studio che si ripercuote inevitabilmente sui livelli dei servizi erogati e la loro accessibilità da parte della comunità studentesca, in particolare sul servizio mensa, che da quest’anno ha subito un aumento delle tariffe senza precedenti: il 90% rispetto all’anno scorso per chi proviene dall’estero, per chi lavora nella mensa, per dottorandi, docenti e per chi non presenta l’Isee che a Pisa equivale a quasi un terzo degli studenti, non perché intende frodare o evadere il fisco, ma spesso perché non è al corrente dello strumento e dei suoi vantaggi, o perché è soggetto a imposizioni da parte del nucleo familiare di provenienza". Grignano accusa l’azienda regionale di fornire fake news: "Ha dichiarato che le tariffe della mensa non erano mai state toccate nell’arco di 12 anni, ma è un triste giorno quello in cui un ente pubblico decide di mentire a mezzo stampa: nel 2008 c’era una tariffa unica di 2.50 euro, aumentata nel 2011 a 3 euro, nel 2012 fu introdotta la prima fasciazione del servizio, con 3 fasce e tariffa massima di 4 euro, nel 2017 il numero di fasce fu aumentato a 7 e la tariffa massima a 5,5 euro e adesso abbiamo 9 fasce e una tariffa massima di 9,90 euro". Gab. Mas.