"Così come è stato fatto per il sostegno nelle scuole, anche il ruolo dell’assistenza all’autonomia e alla comunicazione deve essere vista come una figura totalmente integrata nel percorso dell’istruzione. Servono nuove strategie progettuali per tutto quello che c’è ancora da fare. Obiettivo: non lasciare sole le famiglie. Farlo sarebbe gravissimo e ne saremmo tutti responsabili". La consigliera comunale Pd Antonietta Scognamiglio, consigliera provinciale e presidente del Coordinamento etico Caregivers di Pisa, punta sulla costruzione del presente e del futuro, dopo la 2°commissione comunale consiliare sul tema dell’assistenza specialistica. Commissione in cui è emerso, nuovamente, un quadro allarmante. "Pisa – ricorda Scognamiglio - è una delle prime province che ha firmato l’accordo di programma tra scuola, sanitario, Comuni e associazioni per l’inclusione degli studenti con disabilità e anche sul tema dell’assistenza all’autonomia e alla comunicazione ha inserito un articolo, frutto di un lungo percorso, con al centro la didattica inclusiva e i progetti di vita degli studenti con disabilità. Articolo che chiede a Provincia, Sds, Comuni e Regione di intervenire in caso di mancanza di risorse".
Difficoltà oggettive e nuove strategie: una situazione complessa.
"Il tema è caldo, il problema va risolto. Ma è anche vero che non si può parlare solo di numeri, ore mancanti e ‘coperte corte’. L’assistente all’autonomia è una figura cruciale nelle strategie di apprendimento e ha fatto bene la Sds pisana ad assicurare sempre il servizio. Ora, però, non è più in grado di anticipare risorse. E il numero degli studenti con disabilità negli istituti superiori è in continuo aumento".
In concreto cosa è necessario fare?
"A volte basta anche trasformare quello che già si fa in una ottica inclusiva e sostenibile. Non servono toppe a un problema che si ripresenterà puntuale anche nel 2025. Il 12 è’ stato convocato un Glip-Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale, domani (oggi, venerdì 8,ndr) ci sarà l’assemblea cittadina sul tema e ritengo che sia stato corretto convocarla. Ma la strada è diversa. Anche con la Regione si è aperto un dialogo: da una parte la richiesta di risorse, dall’altra quella di un approfondimento con dati, metodologie, competenze, qualità dei servizi".
Quali sono i rischi?
"Le risorse vanno trovate – e la Provincia ha già annunciato risorse aggiuntive - ma è necessario anche un cambiamento culturale. Non dobbiamo mai dimenticare che stiamo parlando di studenti con disabilità, sottolineando il termine studenti per dire che, a mio avviso, si può lavorare anche con qualche ora in meno, ma solo se ci sono a disposizione sia altre figure qualificanti che progetti mirati. Il rischio concreto è veder proporre o imporre l’orario ridotto, per esempio. A danno delle famiglie e dei ragazzi".
Di nuovo occorrono le cause dagli avvocati?
"Le famiglie – che sento di ringraziare per tutto quel che fanno - non possono e non devono tenere i ragazzi a casa, e non devono farsi carico di problemi aggiuntivi! Confido nelle competenze di tutti coloro che in questi anni hanno permesso di dare un grande contributo alle politiche inclusive delle persone con disabilità sia nella scuola che in altri ambiti".