Francesco Paletti
Cronaca

"Anche noi", progetto per inserimento lavorativo dei disabili. Dalla regione 700mila euro

Ottanta i soggetti da coinvolgere nei tirocini. "Cercasi aziende di buona volontà per ospitare tirocini di soggetti svantaggiati''

Progetto "Anch'io'': l'assessore Capuzzi e i rappresentanti di Coldiretti, Cia e Cna

Pisa, mercoledi 4 ottobre 2017  - Quelle che hanno già detto sì stanno per accogliere tirocinanti sono già una ventina, «ma siamo convinti che altre aziende seguiranno perchè questa è un'opportnità anche per le imprese e il territorio» spiega la presidente della SdS Pisana Sandra Capuzzi parlando di “Anche noi”, un progetto da 700mila euro finanziato dalla regione con risorse europee per favorire l'inserimento lavorativo di persone alle prese con il problema della disabilità o della salute mentale. L'iniziativa finora ha coinvolto circa ottanta soggetti che hanno avviato il percorso di formazione per svolgere stage aziendali e la metà è pronta per cominciare il tirocinio. Grazie al lavoro di associazioni, agenzie formative e cooperative sociali (oltre trenta i partner del progetto), infatti, sono stati infatti attivati colloqui, corsi e laboratori di orientamento e di sviluppo delle competenze degli aspiranti stagisti e realizzati progetti personalizzatii sui bisogni e sulle necessità del singolo.

Ora è il momento dell'inserimento in azienda e le imprese son pronte a fare la loro parte. Tre le filiere produttive coinvolte nel progetto: agricoltura sociale; ristorazione commercio, manifatturiero artigianale, turismo e informatica. Cna, Cia e Coldiretti, partner del progetto, hanno avviato le operazioni di comunicazione: «Faremo la nostra parte perchè i problemi dei più deboli devono interessare tutta la collettività – hanno detto i presidenti di Cna e Coldiretti, rispettivamente, Matteo Giusti e Fabrizio Filippi e il direttore di Cia Stefano Berti -: c'è ancora spazio er un'impresa che sia anche etica e solidale e siamo convinti di poterlo dimsostrare dando il nostro contributo per far sì che persone gravate da problemi di disiblità o salute mentale possano essere soggetto attivo e parte interante delle nostre comunità».