
Il presidente Nazaro Pagano: "La vera svolta è garantire il progetto di vita"
di Gabriele Masiero
"Siamo complessivamente soddisfatti per l’introduzione di questa importante normativa, ma siamo anche preoccupati per la responsabilità che comporta cambiare un intero sistema, attraverso misure che si riverbereranno sulla vita di milioni di persone". Nazaro Pagano è il presidente nazionale di Anmic, l’associazione nazionale mutilati e invalidi civili, che promuove per oggi all’Hotel Tower Plaza, dalle 9 alle 13 (via Caduti del Lavoro, 16), un convegno sul nuovo sistema di riconoscimento della disabilità, parla delle novità in arrivo senza dimenticare le criticità oltre ai vantaggi.
Qual è il giudizio dell’associazione sulla riforma?
"Anmic ha accompagnato questa normativa nel suo iter legislativo, contribuendo con le nostre proposte alla formulazione della legge, ma rimaniamo vigili sulla sua attuazione".
Ogni riforma ha bisogno di adeguate risorse per essere messa a terra. Pensa che nel campo della disabilità gli stanziamenti siano sufficienti?
"Questo è un aspetto di enorme criticità. Nei prossimi mesi potremo realmente capire quali risorse verranno messe a disposizione sia in termini economici che in termini di risorse umane, perché occorre un numero consistente di medici e di specialisti per poter effettivamente avviare un processo di vera inclusione delle persone con disabilità attraverso la valutazione di base, la valutazione multidimensionale e il progetto di vita".
Intanto, è partita la sperimentazione del nuovo sistema, che andrà a regime dal gennaio 2027. Come valuta la decisione di prolungare a 24 mesi la fase sperimentale?
"La riforma è partita su 9 province e si estenderà presto ad altre 11, in coerenza con il fatto che è la stessa legge a prevedere l’entrata in vigore progressiva della riforma. Come tutti i cambiamenti è necessario abituarsi al nuovo approccio e superare insieme le eventuali difficoltà e problematiche. Proseguire in maniera progressiva è necessario per poter risolvere man mano ogni nodo e migliorare alcuni aspetti consentendo a tutti i soggetti coinvolti a vario titolo di acquisire il nuovo modello di risposta ai bisogni degli individui, evitando qualsiasi disagio alle persone con disabilità e alle loro famiglie".
Qual è il vostro ruolo in questa riforma?
"Il decreto legislativo propone un modo nuovo di valutare la disabilità, non come stato patologico ma come un ostacolo alla piena realizzazione della persona, che deve essere rimosso per garantire pari opportunità. Anmic è presente con propri medici di categoria in tutte le province in cui ha preso avvio la sperimentazione e si interfaccia sia a livello nazionale che territoriale con l’Inps per monitorare la situazione, evidenziando eventuali criticità".