Mario Ferrari
Cronaca

Disconnessi per un giorno. “Buona idea di partenza ma si educhi al digitale”

Il professor Giuseppe Anastasi sulla proposta approvata dal Consiglio regionale. “Rischio insonnia e alienazione, le nuove tecnologie ci distraggono dal mondo”

Disconnettersi? E' possibile

Disconnettersi? E' possibile

Pisa, 29 settembre 2024 – Un giorno dell’anno alla disconnessione da internet, dai social e dalla tecnologia in generale. Una proposta approvata in Consiglio regionale che potrebbe diventare realtà. Al netto della fattibilità di “spegnere” per un giorno internet, il professor Giuseppe Anastasi, ordinario del dipartimento di ingegneria dell’informazione e delegato per la transizione digitale dell’Università di Pisa, ritiene che l’idea possa essere un buon modo per “comprendere meglio rischi e benefici di un mondo estremamente sfaccettato che cambia continuamente”.

C’è necessità di disconnettersi?

“C’è necessità di capire. Gli smartphone creano dipendenza, è ormai accertato, e statisticamente le persone passano in media circa 5 ore al giorno al telefono: considerato che si dorme circa 8 ore, si tratta di un terzo della vita attiva. Internet ci garantisce tantissime opportunità che non vanno taciute, ma potrebbe comportare anche alcuni rischi. Per questo ‘la giornata della disconnessione’ potrebbe essere utile, ma solo come punto di partenza”.

Cosa intende?

“Servirebbe una forma di educazione per gli utenti per conoscere i rischi delle tecnologie e quindi autolimitarsi. Se si interpreta l’idea di disconnettersi un singolo giorno come una prima tappa di un percorso per prendere consapevolezza sui problemi, allora la giornata della disconnessione è utile. Se invece è solo un modo per tranquillizzare la coscienza, allora lascia il tempo che trova”.

Quali sono i rischi che cita?

“Insonnia o difficoltà a prendere sonno, difficoltà nell’approcciarsi alle relazioni e, in casi più estremi, anche alienazione dalla realtà. Oggettivamente le tecnologie digitali, anche in piccole dosi o in forme più note come la televisione, tendono a distrarci dal mondo”.

Un processo che non si può evitare.

“La società attuale è irrimediabilmente connessa: non si può più vivere senza connettività. Ormai Internet è parte della vita, visto che ne traiamo enormi benefici. Ma può avere effetti collaterali”.

Secondo lei non si potrà normare l’utilizzo di Internet?

“Le tecnologie digitali cambiano ed evolvono molto rapidamente. Per cui è difficile avere delle prassi consolidate. Inoltre è oggettivamente complesso regolamentare una materia che cambia molto velocemente”.

La sua soluzione?

“Non ho la soluzione, ovviamente. Osservo che internet e le tecnologie digitali sono un fenomeno globale. E siccome non possiamo rinunciare al progresso, servono certamente i regolamenti ma poi occorre anche investire nell’educazione alla cittadinanza digitale. Fare in modo che i cittadini, nella nuova società digitale in cui viviamo, prendano consapevolezza delle (enormi) opportunità ma anche dei rischi connessi con le tecnologie digitali, e usino queste ultime in modo responsabile e per il bene proprio e della comunità”.