Una perizia sul prototipo. La procura ha dato incarico a un tecnico per un accertamento tecnico irripetibile sul modello della caldaia pubblicizzato.
Negli annunci i prodotti erano venduti come altamente tecnologici e innovativi. Ma, nella realtà, secondo quanto ricostruito, non avevano affatto queste caratteristiche, oltre a non essere mai stati consegnati. Così i militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Pisa, coordinati dalla Procura, hanno eseguito il sequestro preventivo di denaro, beni mobili ed immobili per circa 2 milioni di euro. Un provvedimento preso nei confronti di un imprenditore locale e della sua compagna. L’inchiesta è partita da numerosi esposti: i baschi verdi hanno individuato un imprenditore pisano, socio e amministratore di 6 società di capitali, di cui 5 nel settore della ricerca scientifica e una attiva nel settore dell’agricoltura, che, attraverso una diffusa campagna pubblicitaria su siti internet e tv, avrebbe proposto un micro-generatore (caldaia), che, secondo il venditore era molto tecnologico e innovativo, addirittura testato da docenti universitari (affermazione rivelatasi non vera) e brevettato, in grado di produrre in autonomia l’idrogeno necessario al suo funzionamento, con un risparmio che sarebbe arrivato fino al 100% in bolletta. Ma per gli investigatori niente di tutto questo è corretto. Anzi. Gli annunci pubblicitari per chi indaga sono "ingannevoli", visto che la caldaia non risulta ancora essere né realizzata né progettata. Numerosi i consumatori in tutta Italia che hanno già versato l’acconto per l’acquisizione della caldaia e delle quote per far parte di una delle società dell’indagato.
An. Cas.