Distrutte esposte o usate per insegnare

Indagine a Pisa sul traffico di opere d'arte false: sequestri, laboratori di falsari e implicazioni internazionali. Procuratrice: sistema transnazionale smascherato.

Che fine faranno le opere dopo la mostra all’Archivio di Stato di Pisa? Lo chiedono in molti. Tre, di solito, le destinazioni possibili. Spesso vengono distrutte, come molto del materiale contraffatto. Ma talvolta i pezzi possono essere anche utilizzati ai fini didattici. Non solo, esiste un museo del falso che ospita dipinti come quelli sequestrati nell’ambito dell’operazione.

L’inchiesta avrebbe permesso di individuare, presso una casa d’aste pisana, tre opere false di Kandinsky, Klee e Mondrian in vendita a 4mila euro ciascuna, quando quelle degli stessi artisti vengono normalmente battute nelle aste internazionali per decine di milioni di euro. I sequestri realizzati all’estero, infine, hanno fatto individuare altri tre laboratori di falsari e mille opere di imitazione di arte contemporanea, con oltre 450 certificati di autenticità e 50 timbri tutti falsi.

Sono ancora in corso le indagini e le verifiche per capire le diverse posizioni delle persone che, a vario titolo, sono rimaste coinvolte.

Falsificate le grandi firme, come quella di Amedeo Modigliani, Andy Warhol, Banksy, Pablo Picasso e Joan Mirò. "L’attività svolta - ha detto la procuratrice di Pisa Teresa Angela Camelio - ha permesso di fare luce su un sistema transnazionale di falsari interconnessi con compiacenti case d’asta. E di sottrarre dal mercato dell’arte opere che, se non fossero state tempestivamente individuate e bloccate, avrebbero potuto essere successivamente immesse sul mercato con quotazioni vicine a quelle dei lavori originali degli artisti".