Il nucleo dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, nelle sue attività di monitoraggio, si avvale di un sistema di intelligenza artificiale capace di smascherare i falsi grazie all’analisi delle quotazioni ribassate con cui queste opere vengono immesse sul mercato. Nel caso dell’indagine pisana, questa tecnologia ha permesso di "seguire" le opere anche all’estero. È proprio grazie a questi software che gli investigatori sono riusciti a rintracciare le prime opere contraffatte nell’ambito della vasta operazione denominata "Cariatide," che vede indagate 38 persone per concorso in ricettazione, falsificazione e commercializzazione di beni d’arte. L’operazione ha portato al sequestro di oltre 2100 opere di arte contemporanea, che, se fossero state vendute, avrebbero causato un danno economico superiore ai 200 milioni di euro. "Un’operazione nata proprio dal monitoraggio web," ha spiegato Lorenzo Galizia, Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma.
L’intelligenza artificiale, infatti, è oggi uno strumento essenziale nelle operazioni investigative, che ha trasformato il settore della sicurezza e delle indagini. Grazie all’analisi di grandi quantità di dati e alla sorveglianza, fino al riconoscimento facciale e all’analisi predittiva, l’Ai consente di monitorare una quantità di informazioni impossibile da gestire con metodi tradizionali.
Le forze dell’ordine possono così analizzare i dati raccolti da fonti diverse, come social media, dark web, e banche dati pubbliche e private, individuando attività sospette e intercettando potenziali minacce come truffe online, contraffazioni o traffico di beni illeciti. In questo caso, è stato il monitoraggio di opere a prezzi ribassati a rivelare una fitta rete di traffico internazionale di falsi, permettendo agli investigatori di individuare e seguire il percorso di queste opere fino ai mercati esteri, da cui sono state ritirate prima di finire nelle mani dei collezionisti.