"È una strage: servono più pattuglie e il Covid ha dimostrato che se si vuole si trovano"

Il presidente dell’Osservatorio Asaps: "Quando si tolgono gli arbitri dalla strada, la partita si gioca senza regole. E i motociclisti pagano il prezzo più alto".

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Una ‘conta’ drammatica, quella degli incidenti su due ruote. E una perdita di attenzione da parte delle istituzioni per quanto riguarda la sicurezza stradale che non può che aggravare la situazione. Il portale Asaps (acronimo di Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, realtà nata nel 1991) è aggiornato al week end di Ferragosto, ci vorrà ancora qualche giorno perché il triste elenco degli scontri in moto comprenda anche quello in cui ha perso la vita Simone Sbrana. "Ma i numeri parlano chiaro e in questa fase di emergenza sanitaria sembrano non interessare più a nessuno". A denunciarlo è il presidente Asaaps Giordano Biserni (foto): "Il Covid, il lockdown ci hanno dimostrato una cosa: che le pattuglie, quando servono, ci sono. Abbiamo visto agenti messi in campo per bloccare l’accesso alle spiagge, i droni, gli elicotteri.... Poi, però, per controllare le strade, soprattutto nel week end, non ci sono pattuglie. Scompaiono nel nulla. E chi dovrebbe verificare il corretto uso del casco? I conducenti in stato di ubriachezza, l’uso di droghe? La velocità? Se si tolgono gli arbitri dalla strada, la partita viene giocata senza regole. E i motociclisti pagano il prezzo più elevato". E ancora: "La riforma del Codice della strada è bloccata dal 2014, sul reato di omicidio stradale non si sa più nulla, idem sull’uso del cellulare alla guida. Senza dimenticare le responsabilità dei produttori di moto: in prima marcia si arriva a una velocità di 140 all’ora, si può passare da 0-100 in 4 secondi. E non tutti quelli che guidano una motocicletta sono Dovizioso!".

Francesca Bianchi