MARIO FERRARI
Cronaca

Edilizia pubblica digitale: "Bim, strumento del futuro. Così mapperà il patrimonio. Carta d’identità dei palazzi"

Workshop alla Scuola Normale con architetti, geometri e ingegneri. Biondi: "Si potranno avere velocemente le informazioni necessarie alla gestione".

Edilizia pubblica digitale: "Bim, strumento del futuro. Così mapperà il patrimonio. Carta d’identità dei palazzi"

Workshop alla Scuola Normale con architetti, geometri e ingegneri. Biondi: "Si potranno avere velocemente le informazioni necessarie alla gestione".

Rendere tutti gli aspetti di un edificio, dalla sua nascita fino alla completa gestione, interamente digitalizzati in 3d. Si può fare in un Bim. Non è una formula magica ma il Building Information Modeling, il nuovo strumento per l’ottimizzazione della pianificazione, realizzazione e gestione di costruzioni tramite aiuto di un software che permette a tutti i dati rilevanti di una costruzione di essere raccolti, combinati e collegati digitalmente. Una novità importante soprattutto per l’edilizia pubblica, dal momento che, secondo quanto previsto dal codice degli appalti e dalla normativa vigente, dall’1 gennaio 2025, sarà obbligatorio utilizzare il Bim per i progetti pubblici di importo superiore a un milione di euro.

Per comprendere meglio le novità che comporta questo strumento, la Scuola Normale Superiore ha dedicato giovedì una giornata di approfondimento alla presenza di architetti, geometri, ingegneri di tutta Italia, che hanno riempito la sala Azzurra del Palazzo Carovana, sede dell’ateneo di eccellenza di Pisa. "Bim è la nuova metodologia di gestione dell’edilizia pubblica attraverso il digitale e sarà la nuova frontiera dell’edilizia - afferma l’ingegner Benedetta Biondi, responsabile dell’Area edilizia e manutenzione della Scuola Normale -. Dobbiamo aspettarci che tutti gli edifici del patrimonio pubblico saranno in futuro digitalizzati: è un processo inevitabile dagli immensi benefici. Il Bim è infatti l’evoluzione di tutti gli strumenti precedenti, che permetterà di avere in un unico luogo, come può essere un cloud condiviso e interoperabile, tutto il patrimonio di un edificio digitalizzato. Dando così la possibilità di ottenere in pochissimo tempo le informazioni necessarie alla gestione, che diventerà dunque immediata".

Una specie di archivio virtuale, quindi, ma che può fare molto di più, come è stato spiegato durante il workshop alla Normale. Lo strumento infatti potrà supervisionare tutte le fasi della vita di un edificio, fin dalla fase di progettazione. "Il Bim - continua - è una modalità completamente innovativa di pensare e realizzare un edificio, in quanto permette di integrare in un solo modello tutte le informazioni utili in ogni fase della progettazione, partendo da quella architettonica fino a quella esecutiva, per poi giungere a quella gestionale. Sebbene il suo utilizzo sia dettato da normativa - conclude l’ingegner Biondi -, si tratta di un’operazione ormai sempre più comoda per gestire meglio, in modo più integrato e omogeneo un qualsiasi edificio. È lo strumento del futuro". Al workshop hanno partecipato i funzionari della Scuola Normale preposti allo sviluppo della metodologia Bim, Luca Tinucci, Marialetizia Cardelli, Benedetta Biondi, Valentina Iacomino, Ilaria Falchi, Valentina Iacomino e Andrea Salvadori. Sono intervenuti inoltre Marco Giorgio Bevilacqua, ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni dell’Universita` di Pisa, Massimiliano Martino, Docente esterno dell’insegnamento di Laboratorio Informatico a Supporto della Modellazione Parametrica dell’Universita` di Pisa, Andrea Braschi, Direttore Generale dell’Universita` degli Studi di Camerino e Responsabile del Gruppo di Lavoro "Edilizia, Acquisti e Sostenibilita` ambientale" del Codau.