STEFANIA TAVELLA
Cronaca

Effetto blue monday Dura un mese: "Non è soltanto una suggestione. E i più a rischio sono i giovani"

Il terzo lunedì di gennaio è ritenuto essere il "giorno più triste dell’anno". Ne parliamo con la dottoressa Simona Cotroneo, psicologa e psicoterapeuta: "Gennaio è complicato per tutti, ma per i ragazzi di più".

Blue Monday, termine coniato nel 2005 dallo psicologo Cliff Arnall per descrivere il giorno più deprimente dell’anno

Blue Monday, termine coniato nel 2005 dallo psicologo Cliff Arnall per descrivere il giorno più deprimente dell’anno

Ci siamo appena lasciati alle spallequello che viene ritenuto il giorno più triste dell’anno. È stato ieri il Blue Monday, termine coniato nel 2005 dallo psicologo britannico Cliff Arnall per descrivere il giorno più deprimente dell’anno, che si fa coincidere con il terzo lunedì del mese di gennaio. Ma cosa c’è di vero dietro a quella che ormai è diventata quasi una ricorrenza da calendario? Ne abbiamo parlato con Simona Cotroneo, psicologa e psicoterapeuta a Pisa.

Esiste davvero il giorno più triste dell’anno? "Al di là della singola giornata, ormai diventata quasi una moda, gennaio è un mese complicato per tutti. Dopo le feste facciamo fatica a ‘ripartire’ e a riprendere la routine, anche perché le prossime vacanze sono un orizzonte lontano. Allo stesso tempo sentiamo il peso dei buoni propositi e delle aspettative per l’anno nuovo, il che ci rende più inclini a ansia e stress".

Non solo suggestione quindi... "Per quanto possiamo essere influenzati dal Blue Monday ognuno di noi in questo momento dell’anno fa i conti con quello che ha vissuto precedentemente o che desidera per il futuro. Tutto questo va a scombussolare un equilibrio che bisogna ritrovare".

Come combattere questa tristezza? "Io credo che non per forza la tristezza debba essere allontanata o scacciata, bisogna imparare ad affrontarla. In quest’ottica, il Blue Monday può avere un risvolto positivo nella misura in cui ci porta a riflettere su una emozione che la nostra società tende a rimuovere. Certo non dobbiamo aspettare una giornata istituita per sentirci tristi, ma affrontare tutti i giorni le nostre emozioni senza vergognarcene o averne paura".

Secondo lei, quale fascia della popolazione risente maggiormente dell’influenza del Blue Monday? "Ricominciare è difficile per tutti, ma penso che i giovani siano più vulnerabili. Al rientro dalle vacanze ho avuto modo di parlare con tanti ragazzi: si sentono appesantiti, stanchi, temono interrogazioni e verifiche a scuola e hanno paura di non essere abbastanza. In più, complici il clima e le giornate corte, si esce di meno e questo ha un impatto anche sulla socialità, che per molti ragazzi si traduce in ore e ore passate davanti ai videogiochi. Sono tutti fattori che rendono più complicato il ritorno alla quotidianità".

Qualche consiglio? "Ritagliarsi del tempo da dedicare soltanto a se stessi: fare attività sportiva, magari qualche passeggiata, riprendere i contatti con gli amici e limitare quando possibile l’uso della tecnologia".

Stefania Tavella