GABRIELE MASIERO
Cronaca

Elon Musk congela le carte di credito. La stretta sui civili di Camp Darby

Ai raggi X del Dipartimento per l’efficienza governativa guidato dal patron di Tesla che vuol verificare i conti della spesa federale. Intanto i sindacati inviano al governo Usa richieste sul futuro del personale italiano .

L’ingresso della base statunitense di Camp Darby: la spending review di Elon Musk si abbatte anche sui conti utilizzatiper la gestione delle spese minori

L’ingresso della base statunitense di Camp Darby: la spending review di Elon Musk si abbatte anche sui conti utilizzatiper la gestione delle spese minori

La scure di Elon Musk si abbatte anche su Camp Darby, anche se per ora solo con provvedimenti temporanei che però potrebbero tradursi in definitivi e significativi tagli alla spesa pubblica americana. Il Doge, il dipartimento per l’efficienza governativa guidato proprio dal patron di Tesla e più stretto collaboratore di Trump, ha bloccato le carte di credito dei dipendenti civili americani delle basi Usa in Italia di Aviano, Vicenza e, anche a Camp Darby, che dalla base vicentina dipende direttamente. Nel gergo interno alle basi si parla di carte messe in ‘freezer’ per 30 giorni per fare una radiografia accurata di quelle che sono le spese minori delle singoli basi. Spese che vengono eseguite in modo discrezionale da chi ha in uso le carte di credito governative. Insieme al congelamento delle carte di credito sono stati momentaneamente bloccati anche tutti i movimenti dei conti correnti bancari finora utilizzati per la gestione della spese minori e di diretta competenza di coloro che su quei conti, su delega dell’amministrazione statunitense, avevano potere di firma e di decisione. Per lo più si tratta di fondi destinati a piccole spese di rappresentanza o di cancelleria, carte di credito governative e i relativi conti per le spese minori, ad esempio cancelleria o rappresentanza, che sono a discrezione si chi ha in uso le carte e quindi senza passare attraverso appalti.

Ma la spending review annunciata da Musk preoccupa anche i sindacati italiani che avrebbero già fatto partire formali richieste di chiarimento al Governo degli Stati Uniti per chiedere lumi sul futuro dei dipendenti civili italiani delle basi americane. Una lettera sarebbe, infatti, stata già recapitata all’ambasciata Usa in Italia e al ministero dell’Interno italiano ricordando che le mansioni degli oltre 4.000 italiani dipendenti civili degli insediamenti militari statunitensi sono regolati dal contratto nazionale di lavoro italiano, e chiedendo interventi per capire come si evolverà la situazione nei prossimi mesi anche alla luce delle decisioni di Musk che ha chiesto una precisa rendicontazione delle attività svolte a tutti i lavoratori.

Per ora, da parte sindacale, non c’è la volontà di alzare i toni, consapevoli anche che è pieno diritto della nuova amministrazione Trump prendersi il tempo necessario per visionare lo stato dell’economia nazionale, anche in virtù di quelle che sono le spese all’estero. I timori sindacali semmai riguardano di più le attuali tensioni politiche internazionali e una pericolosa contrapposizione geopolitica tra Usa ed Europa.

Gab. Mas.