GABRIELE MASIERO
Cronaca

Era uno schiavo in cucina. Lieto fine per chef Anowar

Assunto con contratto regolare dal ristorante di uno stabilimento balneare dopo aver lavorato altrove gratis per mesi, costretto a dormire per strada

Il cuoco Anowar ora ha un contratto regolare

Pisa, 5 maggio 2022 - È stato mesi senza riscuotere lo stipendio, peraltro con una paga letteralmente da fame. E alla fine ha perfino perso la casa dove abitava perché non riusciva a pagare l’affitto. Eppure, nonostante tutto oggi, Anowar, cuoco originario del Bangladesh e in Italia con regolare permesso di soggiorno, può sorridere grazie ai suoi "angeli".

I due sindacalisti della Uil, Massimo Marino e Marco Agujari, hanno preso a cuore la sua situazione e in pochi giorni sono riusciti a trovare un lieto fine con un’assunzione nel ristorante di uno stabilimento balneare pisano e con un nuovo alloggio dignitoso. Ma il calvario che il cuoco è stato costretto a vivere resta e i due sindacalisti hanno voluto denunciarlo. "Lo abbiamo incontrato il 29 aprile scorso - racconta Marino - e ci ha raccontato di aver lavorato come cuoco in un noto ristorante del litorale pisano. Da quattro giorni purtroppo girovagava in città vivendo di stenti e senza alloggio, poiché il mancato pagamento dello stipendio fin da gennaio non gli permetteva di pagare l’affitto e quindi ha perso anche un tetto". I due sindacalisti hanno ascoltato la storia di Anowar e l’hanno corredata di tutti i documenti necessari, rivolgendosi anche alle autorità cittadine.

"E’ inaccettabile - osservano Marino e Agujari - che in una città come che vive di turismo e che si rappresenta, giustamente, davanti a tutto il mondo come un’eccellenza preziosa da scoprire, esistano storie come quelle di questo giovane lavoratore che non solo è stato schiavizzato per mesi, ma addirittura il mancato pagamento dello stipendio lo avevano costretto a finire per strada. Abbiamo informato gli organismi ispettivi competenti di ciò che stava accadendo e le eventuali indagini faranno il suo corso, ma allo stesso tempo abbiamo compreso che dovevamo agire in fretta e che la denuncia da sola non era sufficiente a fargli riprendere in mano la propria vita". Ed è stato proprio questo moto di solidarietà dopo l’indignazione che ha spinto i due sindacalisti ad attaccarsi al telefono per cercare soluzioni immediate. "Per fortuna - conclude Massimo Marino - in pochi giorni abbiamo trovato la soluzione migliore, riuscendo ad offrire ad Anowar un alloggio dignitoso e un nuovo lavoro come cuoco in un ristorante del litorale, ma stavolta con stipendio adeguato. Quando glielo abbiamo detto, si è commosso ma gli abbiamo spiegato che non doveva ringraziarci perché noi abbiamo agito per dimostrargli che la Toscana e Pisa sono abitate da gente perbene che dimostra nei fatti la cultura dell’accoglienza, del dono e della condivisione, al contrario di coloro che ha incontrato prima, ma che sono una sparuta minoranza".