MARIO FERRARI
Cronaca

Eventi climatici e portafoglio: "I temporali impattano sul reddito". Lo studio della scuola Sant’Anna

I fenomeni atmosferici che comportano danni aumentano la povertà e le disuguaglianze economiche . Il ricercatore Coronese: "Inoltre, alla lunga, diminuiscono anche le possibilità di trovare lavoro".

I fenomeni atmosferici che comportano danni aumentano la povertà e le disuguaglianze economiche . Il ricercatore Coronese: "Inoltre, alla lunga, diminuiscono anche le possibilità di trovare lavoro".

I fenomeni atmosferici che comportano danni aumentano la povertà e le disuguaglianze economiche . Il ricercatore Coronese: "Inoltre, alla lunga, diminuiscono anche le possibilità di trovare lavoro".

"Eventi climatici di qualsiasi gravità, fin dal più semplice acquazzone, comportano danni salariali significativi e duraturi: in cinque anni le perdite corrispondono alla metà della contrazione subita dopo la crisi finanziaria del 2007". I temporali sono una doccia fredda per i redditi, soprattutto quelli più bassi. È quanto afferma uno studio dell’Istituto di Economia e del Dipartimento di Eccellenza L’EMbeDS della Scuola Sant’Anna che, insieme alla Pennsylvania University e la Northwestern University, ha evidenziato come su oltre 200mila eventi metereologici avvenuti negli Usa tra il 1991 e il 2019, "fenomeni climatici come gli acquazzoni, nonostante siano meno distruttivi degli uragani, influiscano sui salari e redditi accentuando ulteriormente le diseguaglianze economiche".

"Nell’arco di un anno, con un’attività temporalesca sopra la media – ha spiegato Matteo Coronese, autore dello studio e ricercatore dell’Istituto di Economia e dell’EMbeDS della Sant’Anna –, si parla di un calo dei redditi fisso di 0,15% in meno dopo 3 anni e 0,20% dopo 9 anni".

Come al solito verrebbe da dire, piove sul bagnato, perché lo studio evidenzia come siano "le contee più povere a soffrire perdite più marcate, mentre le più ricche riescono ad adattarsi meglio. Dato che i salari costituiscono la maggior parte del reddito nelle fasce più povere della popolazione, queste dinamiche implicano un peggioramento delle disuguaglianze di reddito, già elevate".

Tuttavia, lo studio sottolinea che l’intervento pubblico può giocare un ruolo cruciale: "chi riceve aiuti federali subito dopo uno dei temporali presi in considerazione non registrano cali significativi né nei salari né nei redditi". Oltre alle fasce più deboli della popolazione, anche i settori con una maggiore intensità di capitale fisico, come la manifattura, sono quelli che subiscono le perdite più significative, accompagnate da una riduzione dell’occupazione. "Questo dipende soprattutto – continua ancora Coronese – dal danneggiamento di materiali, edifici e trasporti che, nel lungo periodo, viene sostituito con strumenti più moderni e automatizzati, che ha bisogno di meno lavoro umano per funzionare e questo comporta, dunque meno domanda di lavoro".

"Il nostro studio si inserisce in un contesto di crescente attenzione agli impatti economici degli eventi atmosferici", commenta Andrea Roventini, direttore dell’Istituto di Economia della Sant’Anna e membro dell’EMbeDS, che lancia un appello alla politica: "con il cambiamento climatico che promette di aumentare sia la frequenza che l’intensità di questi fenomeni, è fondamentale rafforzare le politiche di adattamento e mitigazione per ridurre le vulnerabilità locali e promuovere una maggiore resilienza economica".