REDAZIONE PISA

Falso succo di mela bio, due patteggiamenti

Due anni di reclusione e pena sospesa per due posizioni minori nella vicenda. Si torna in aula a dicembre per il troncone principale

Ci sono i primi pronunciamenti del giudice per l’operazione "Bad Juice" della procura di Pisa. Davanti al gip del tribunale di Pisa Pietro Murano, ieri mattina, Antonino Lo Vullo, 35anni, di Santa Croce e Michele Giustignani, 47 anni, di San Miniato (assistito dall’avvocato fabrizio Bartelloni) hanno definito la loro posizione patteggiando due anni di reclusione (pena sospesa). Per tutti gli altri il pm Giovanni Porpora chiede il rinvio a giudizio – l’udienza preliminare a dicembre – dopo che, nei mesi scorsi, con l’atto di chiusura delle indagini aveva ricostruito il presunto giro che ruotava attorno alla maxi frode del succo di mela commercializzato, per l’accusa, da un’associazione per delinquere che avrebbe avuto al vertice i fratelli imprenditori Walter e Giorgio Buonfiglio di Ponsacco alla guida della Italian Food srl. In un ruolo di primo piano la Procura mette anche Franz Schweigkofler che, per coprire i traffici illeciti del prodotto adulterato, avrebbe predisposto falsa documentazione contabile di altrettanto falsa lavorazione di mele facendole risultare ricevute, lavorate e rivendute alle società coinvolte nell’associazione.

L’accusa cardine dell’inchiesta è quella di aver costituito una stabile associazione a delinquere finalizzata alla produzione, e messa in commercio di prodotti

agroalimentari adulterati e sofisticati, e che dopo alcuni trattamenti venivano, per l’accusa, spacciati come "frutto" di agricoltura biologica da destinare anche al baby food. Il lavoro degli investigatori avrebbe permesso di dimostrare che i succhi di mela ottenuti in Serbia, erano prodotti in modo illecito partendo da frutti deteriorati o in avanzato stato di decomposizione, in alcuni casi contaminati, appunto, con prodotti chimici non ammessi in agricoltura biologica.

A vario titolo sono contestati anche l’autoriciclaggio e alcuni reati fiscali. Questi i soggetti che rischiano il processo. Oltre i fratelli Buonfiglio e Franz Scweigkofler, pur con posizioni diversificate, ci sono a vario titolo: Beatrice Caponi, Aleksandar Ramovic, Martino Medri, Mariateresa Oliva, Tiziana Poppa, Stefano Mantoan, Fabrizio De Santi, Alessandro Cammelli, Agostino Contursi, Ciro Barba, e Maria Policastro. L’inchiesta è stata condotta dall’ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del ministero e dalla guardia di finanza pisana. Si torna in aula a dicembre quando saranno formalizzate anche le costituzioni di parte civile: associazione consumatori e aziende rimaste incagliate nelle forniture di prodotto tarocco.

Carlo Baroni