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La giornalista e scrittrice pisana, parla delle difficoltà delle mamme "C’è ancora tanto da fare su un tema che non riguarda solo le donne" .
di Stefania Tavella
PISA
"Un passo a due tra famiglia e lavoro alla ricerca continua di un equilibrio". E’ la realtà quotidiana per tante donne che Silvia Volpi (nella foto a fianco), giornalista e scrittrice pisana, racconta con vena ironica nel suo nuovo libro "Equilibriste" edito da Altrevoci. Matilde, la protagonista della storia, è una mamma lavoratrice che si destreggia tra impegni familiari e lavorativi imbattendosi in imprevisti di ogni genere. "Il perno del libro - spiega l’autrice - è proprio questa costante ricerca dell’equilibrio che per le donne di oggi è una necessità".
Crede che nella nostra società sia difficile trovare un giusto equilibrio tra lavoro e famiglia?
"Penso che sia un obiettivo sul quale occorre lavorare con impegno. Sicuramente oggi ci sono molte più opportunità per le donne, ma è pur vero che la società non sempre aiuta. C’è ancora tanto da fare su un tema che non riguarda solo le donne, ma anche gli uomini, le coppie e le famiglie".
E’ da poco finito Sanremo con non poche polemiche su un podio tutto al maschile. Cosa ne pensa?
"Credo che anche nel mondo dello spettacolo nulla debba essere dato per scontato. Ci sono state ottime artiste donne e l’incastro giusto si può trovare, ma dipende dalla collaborazione di tutti, uomini e donne".
Nel libro offre una ricetta per sopravvivere al ‘tran tran’ quotidiano?
"C’è una sorta di cassetta degli attrezzi con consigli utili per fronteggiare gli imprevisti quotidiani. Cerco di fornire alle lettrici stimoli e punti di vista diversi ai quali tutte possiamo attingere".
Che tipo di personaggio è Matilde?
"E’ un personaggio di oggi, una donna che, come tante, deve affrontare molte sfide e in cui tutte possiamo riconoscerci. A volte avverte sensi di colpa, a volte si sente gratificata, altre ancora ha problemi di coppia o impegni lavorativi. E questo destreggiarsi assorbe spesso tante delle sue energie".
Ad aiutarla, però, c’è Mia. Cosa rappresenta?
"Mia è una voce fuori campo, una sorta di intelligenza artificiale che dialoga con Matilde per tutta la storia, offrendole un punto di vista oggettivo e qualche spunto di riflessione".
Una mamma ‘super partes’. "Esatto. Spesso soltanto guardandoci da fuori riusciamo a vedere tutto in maniera più lucida. E questo è il ruolo di Mia nel libro: una grande amica ma anche una provocatrice, in grado di guardare alle vicissitudini di Matilde con un certo distacco".
Quanto c’è di autobiografico? "Forse il pensiero dell’equilibrista: anche io mi muovo tra famiglia e lavoro, ma le vicende che racconto nel libro sono narrativa pura".
Com’è strutturato il libro? "Ogni capitolo è identificato da una situazione diversa, per cui si può saltare avanti e indietro senza perdere il filo della storia. E’ stata una scelta dettata dalla volontà di rendere la lettura agevole: spesso quando si è mamme e lavoratrici la cosa che più manca è il tempo, figurarsi quello per leggere un libro".