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Pisa, 14 aprile 2015 - Il Cavaliere del lavoro Flaminio Farnesi è morto ieri mattina colpito da un improvviso malore, mentre era nella clinica “San Rossore” dove era andato per sottoporsi ad alcuni controlli in seguito ad un lieve malessere che aveva accusato poche ore prima. Era nato a Pisa il 19 giugno 1940 e giovanissimo aveva cominciato a lavorare all’Opera del Duomo e poi in Comune come Vigile Urbano. Nel 1972 fondò la Grafica Zannini che in pochi anni, grazie alla sua straordinaria capacità imprenditoriale, divenne azienda leader in Italia e in alcuni paesi europei nel settore della cartotecnica. Lascia la moglie Onia e due figli: Bruno e Maria Jonica. A loro ed ai nipoti vanno le condoglianze della redazione de “La Nazione”. I funerali si svolgeranno domani alle 15 nella chiesa dei Cavalieri a Pisa.
Flaminio Farnesi, anzi Mino come tutti lo chiamavano, è una di quelle persone che mancheranno e non soltanto ai molti che gli sono stati amici e gli hanno voluto bene, ma a tutta la città. La sua scomparsa, così fulminea e inattesa, rende anche difficile ricordarlo nell’immediatezza del lutto, tante sono le cose che Mino ha fatto ed è stato nel corso di una vita vissuta sempre in prima linea. Ma se si vuole scegliere una cifra distintiva capace di rappresentare in sintesi il suo modo di essere si deve convenire che questa non può essere che il suo forte senso di appartenenza a Pisa, il suo amore per le tradizioni della città, la sua cultura, i personaggi che l’hanno fatta grande. Mino Farnesi collezionista, dunque, di libri, quadri, oggetti che rimandano a Pisa e alla sua storia. E in proposito viene in mente una lunga intervista apparsa anni fa su queste colonne quando proprio di questo volle parlare, mettendo in secondo piano la sua attività di imprenditore di successo.
Ma erano soprattutto quegli oggetti , quelle testimonianze che lo appagavano, dando un senso al suo essere parte di una comunità. “Anno dopo anno, pezzo dopo pezzo, ho messo insieme una collezione di circa ventimila pezzi, tutti dedicati a Pisa. Cartoline d’epoca, vecchie foto di luoghi e personaggi, libri, stampe antiche, dipinti di grandi artisti pisani, come Viviani, Carlini, Volpi…, medaglie e monete. Credo che a Pisa nessuno abbia una raccolta così cospicua e eterogena di testimonianze su Pisa nell’arte e nella storia”. Verissimo. Una collezione immensa e unica quella messa insieme da Mino Farnesi, oggi custodita in un grande capannone a Ospedaletto dove quasi ogni gierno, anche dopo aver cessato la sua attività imprenditoriale, lui stesso si recava. Aprendo a caso uno dei tanti armadi blindati, a chi lo andava a trovare mostrava con orgoglio una Bibbia del ‘600 accuratamente restaurata, un autografo di Garibaldi, un libro con la dedica di D’Annunzio, fasci di litografie di Viviani, il cappello del cardinale Maffi, centinaia di libri su Pisa, oppure le incisioni del Lasinio o la copia in grandezza naturale del grifo collocato sull’abside del Duomo.
Che dire poi di Mino Farnesi imprenditore. Dopo aver lasciato l’Opera del Duomo ed essere entrato in comune come vigile urbano, comprò un piccolo torchio e cominciò a stampare manifesti e biglietti da visita. Pochi anni dopo la sua piccola azienda – la “Grafica Zannini” – era divenuta una delle principali produttrici italiane, se non la principale, di scatole per medicinali che dall’originale sede di Ospedaletto si ingrandì creando un nuovo stabilimento nella zona industriale di Gello, a Pontedera. E in parallelo arrivarono le espansioni all’estero, in Irlanda prima di tutto e poi nella repubblica Ceca, portando dovunque il segno di Pisa e della sua storia. Mancherà davvero a molti Mino Farnesi, come mancano le cose utili e preziose che scompaiono in un attimo lasciando un vuoto improvviso.