REDAZIONE PISA

"Fateci vedere le analisi sui sedimenti"

La richiesta dell’associazione ’La Città ecologica’. Parla D’Amico

Chi sperava di ottenere i fanghi dragati nel porto livornese per fare spazio alla Darsena Europa e utilizzarli per i ripascimenti costieri del litorale pisano "accontentandosi dunque di un piatto di lenticchie promesso dall’Autorità portuale livornese, adesso si trova con in mano legumi avariati e immangiabili". E’ la metafora usata dal presidente dell’associazione ambientalista La Città ecologia, Pierluigi D’Amico, per andare all’attacco del progetto del maxi terminal portuale e soprattutto di coloro "che avevano scelto di non opporsi" alla sua realizzazione in cambio delle promesse della Port Authority, ora smentite dalle recenti dichiarazioni del segretario generale dell’ente, Matteo Paroli, secondo il quale quei sedimenti per "conformazione granulometrica e per la presenza di determinati microrganismi" non potranno essere utilizzati in quel modo ma conferiti in una vasca di colmata con un aggravio di costi pari a circa 70-80 milioni per portare a termine il progetto della nuova banchina.

Secondo D’Amico, chi, "aveva messo da parte i timori per i gravi rischi di erosione del litorale in cambio del classico piatto di lenticchie, si è ritrovato con i legumi avariati ed immangiabili" e "l’amministrazione comunale che finanzia nuovi studi su tecniche innovative di ripascimento del litorale che richiedono immense quantità di sedimenti utilizzabili, è in possesso di queste analisi annunciate da Paroli?". Per questo l’associazione ambientalista pisana attraverso un accesso agli atti all’Autorità di sistema portuale dell’alto Tirreno "ha richiesto i risultati delle analisi" condotte e che hanno rivelato l’impossibilità di conferire qui sedimenti per rimpolpare le spiagge di Calambrone a fronte di inevitabili fenomeni di erosione costiera determinati dalla realizzazione del nuovo terminal. "La Città ecologica - conclude D’Amico - ribadisce che la Darsena Europa è un’opera ambientalmente non sostenibile e per questo il progetto va semplicemente abbandonato e l’intervento è da non realizzare".