"Il combinato disposto tra assenze politiche e astensioni con delega ha prodotto non solo un micidiale attacco al Parco ma anche un colpo forte alla democrazia". È durissima la lettura che il Comitato permanente per la difesa di Coltano dà della riunione della Comunità del Parco che lunedì ha dato il via libera alla realizzazione del centro di addestramento dei carabinieri nell’area del Cisam, a San Piero a Grado. L’associazione ambientalista chiede a tutti dunque di fermarsi perché "si rischia di avviare un progetto che distruggerà un’area pregiata del parco e abbatterà un bosco di 2500 piante di alto fusto: non sappiamo di preciso quali saranno i volumi costruiti, non conosciamo la consistenza dei corpi militari che vi saranno ospitati e quali operazioni vi verranno svolte: chiediamo uno stop alla politica e alle istituzioni e ai partiti di riflettere e di ritrovare il legame con i cittadini e con gli elettori, un legame che stanno distruggendo. L’ambiente e il parco sono beni primari insostituibili. Si faccia una pausa di
riflessione e si apra una discussione larga e finalmente pubblica. Il parco, e il suo territorio, è di tutti noi, e il suo destino non può essere deciso da due persone in una riunione ristretta e semideserta". Di "attacco alla democrazia e al Parco" parla anche il capogruppo di Diritti in Comune, Ciccio Auletta, secondo il quale "i rappresentanti delle istituzioni di centrodestra e centrosinistra, con i loro comportamenti, hanno confermato la mancanza di qualsiasi trasparenza e rispetto nei confronti della cittadinanza e che le loro scelte sono legate a difesa di posizioni e di interessi che nulla hanno a che vedere con la tutela aperta del bene comune". Il voto dell’organo collegiale, composto dai sindaci dei comuni compresi nell’area protetta, non è "l’approvazione di un progetto per la base ma solo la piena delegittimazione di tutti i rappresentanti delle istituzioni che siedono nella Comunità del Parco: siamo davanti all’ulteriore montagna di menzogne che da Giani a Bani da Crosetto a Conti hanno cercato di tenere in piedi".
Da qui il richiamo alla mobilitazione dal basso, a cominciare dalla galassia di gruppi e associazioni che alimentano il Movimento No base: "Abbiamo assistito all’ennesima prova di debolezza da parte di coloro che vogliono realizzare la base nel nostro territorio. Per questo invitiamo tutte e tutti a lavorare per la grande manifestazione del 21 ottobre contro la guerra per fermare l’escalation e per ribadire che questa base non la vogliamo né a Pisa né altrove".