REDAZIONE PISA

Filmò sesso tra minori: "Ora merita 11 anni"

Chiesta anche la condanna ad una maxi-multa di 170mila euro per il 70enne pisano che ha ricoperto ruoli di vertice nelle manifestazioni storiche

di Carlo Baroni

PISA

Il pubblico ministero ha chiesto al giudice di condannare l’imputato a 11 anni di carcere (pena già ridotta per il rito abbreviato) e al pagamento di un maxi multa di 170 mila euro, legata per lo più al reato di detenzione e produzione di materiale pedo pornografico. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Firenze si pronuncerà venerdì mattina. L’imputato è il 70enne pisano (omettiamo le generalità a tutela delle vittime), che aveva ricoperto a lungo una carica di vertice nelle manifestazioni storiche della città, accusato di violenza sessuale aggravata (palpeggiamenti) e continuata su minore, produzione continuata di materiale pedo pornografico (il reato contestato più grave), adescamento di minore continuato e interferenza illecita nella vita privata. L’imputato, assitito dall’avvocato Massimo Parenti, anche in questo processo, lo ricordiamo, aveva deciso di raccontare la sua versione attraverso una memoria scritta ammettendo, in particolare, si apprende, di aver tenuto quegli "atteggiamenti sconvenienti" di cui tuttavia avrebbe ignorato i più gravi risvolti.

Il 70enne era stato arrestato a settembre (è ancora ai domiciliari). Per la squadra mobile, che ha seguito le indagini, l’uomo avrebbe ripreso rapporti sessuali tra minori grazie a microcamere nascoste (poi sequestrate) nella sua camera da letto prestata a due giovani. L’uomo, nel 2020 era già stato condannato a due anni e 4 mesi: un pena frutto del riconoscimento dell’ipotesi attenuta e meno grave della fattispecie della violenza sessuale, e dell’avvenuto risarcimento del danno alla vittima. Quella vicenda era stata innescata dalla denuncia dei genitori di una ragazzina che aveva frequentato l’associazione i cui militava il 70enne. In altro procedimento ancora – ma frutto della stessa storia – lo stesso aveva chiuso con un patteggiamento anche il filone che riguardava l’accusa di detenzione di materiale pedo pornografico: pena pecuniaria di 8700 euro. Durante queste prime indagini sfociate in due processi, gli agenti avevano portato via molto materiale dalla sua abitazione a Pisa, tra cui il pc e l’hard disk.

Da qui la nuova inchiesta – passando al setaccio la vita dell’uomo, chat e attività social, e metodo di approccio alle presunte vittime – arrivata davanti al giudice fiorentino Romeo. Il difensore dell’imputato, ha puntato in arringa a mitigare il quadro accusatorio per ricondurre il reato di violenza sessuale, anche in questo caso, alla fattispecie meno grave del reato e offrendo un copione, anche relativamente al materiale pedo pornografico, in grado di ottenere il riconoscimento delle attenuanti generiche.