di Maria Cristina Capaccioli
Sulla locandina l’immagine del barattolo di nutella di Nanni Moretti, ad aprire la rassegna la strana e dolce Amélie (nella foto in alto), altri titoli cult per un ricco programma a tema nostalgia. Dopo il successo strepitoso delle edizioni precedenti, torna stasera "Filosofia al cinema", un’iniziativa promossa dal corso di studi aggregato in Filosofia e Filosofia e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, in collaborazione con il Cinema Arsenale (vicolo Scaramucci 2, www.arsenalecinema.com), che si svolgerà fino al 10 dicembre ogni due martedì alle 20.30. A grande richiesta, la quarta edizione è già programmata per la primavera 2025. Tutto è nato dalla professoressa Alessandra Fussi, presidente del corso di studi che ha pensato che il cinema potesse essere un medio per la riflessione filosofica.
Professoressa, com’è nata l’idea?
"Mi chiedevo come far conoscere quello che facciamo a lezione in una maniera un po’ diversa dal solito e così ho chiesto a colleghi e colleghe di proporre dei film su cui riflettere dai diversi punti di vista delle nostre discipline (Storia della Filosofia, Teoretica, Morale, etc). Era un po’ una sfida: per parlare di filosofia a partire dal cinema ci si deve muovere in un registro nuovo e questo serve a docenti e studenti per guardare alla disciplina di cui si occupano non solo come un insieme di saperi, ma anche come apertura al mondo e sviluppo di capacità critiche nuove".
La novità di questa edizione?
"Ci sono due novità. La prima è un passaggio di testimone, sia per la scelta dei titoli sia per la presentazione dei film. Questa volta il lavoro è stato fatto con studenti e studentesse di triennale e di magistrale, così come con dottorandi e postdoc. Hanno organizzato tutto loro. La seconda novità è che la rassegna è strutturata attorno a un un tema, la nostalgia, che abbiamo scelto per ragionarci sopra attraverso linguaggi cinematografici molto diversi".
Perché la nostalgia?
"Perché la nostalgia è un’emozione interessante: è dolce-amara, non solo dolorosa (come la paura) o piacevole (come la gioia). Riguarda un passato che sentiamo di avere perso e che tuttavia è dolce ricordare. Può non essere affatto legata alla realtà o avere caratteri onirici, ma invitarci a vedere i cambiamenti del nostro mondo con acutezza o con una forma di spietata ingiustizia; ci può far sentire il peso delle possibilità che la vita ci ha offerto e a cui non abbiamo saputo rispondere".
Perché tiene tanto a questa iniziativa?
"Perché ci costringe a parlare con un pubblico estremamente vario. Ci sono studenti e studentesse che conoscono già i film di cui parliamo e sanno tantissimo di cinema, spettatori dell’Arsenale che lo frequentano da sempre, ma anche persone che si avvicinano per la prima volta in maniera riflessiva al cinema o alla filosofia e in tutti questi casi il cinema può far riflettere su questioni di forma e di sostanza che sono fondamentali per noi".
C’è una scena, fra i film in elenco, che più rende il senso del percorso pensato?
"Beh, per l’immagine della locandina si è scelto il famoso barattolo di nutella di Nanni Moretti. Si tratta di un’immagine seria (ci parla della sofferenza di chi non si sente a casa propria nel mondo), ma anche comica (la nostalgia spesso non sceglie le soluzioni migliori per noi)! La filosofia, infondo, si muove fra i due poli della commedia e della tragedia, come si sostiene alla fine del "Simposio" di Platone. In ogni caso spero che in questo caso chi vorrà fare filosofia al cinema con noi si divertirà".