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Fine trasmissione. La stazione Marconi fagocitata dal degrado: "Servono soldi e idee"

Da un mese si sono celebrati i 150 dalla nascita dell’inventore il presidente dell’Associazione Radioamatori italiani Roberto Lorenzi "Il Comune deve ottenere la concessione per poi poter investire".

Fine trasmissione. La stazione Marconi fagocitata dal degrado: "Servono soldi e idee"

di Michele Bufalino

Da un mese si sono celebrati i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi che, oltre un secolo fa, inventò il radiotelegrafo, che gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1909. Pisa, in quegli anni, divenne il cuore delle telecomunicazioni mondiali. Nel 1911 a Coltano, in quella che oggi è ribattezzata come la Stazione Marconi, partì il primo collegamento intercontinentale ad onde lunghe. Oggi, da tempo, la stazione radio di Coltano è un vero e proprio rudere, abbandonata a sé stessa. Da tempo il Fai, il fondo per l’ambiente italiano, ma anche i vari Rotary club della provincia, così come le associazioni, tra cui il Marconi Labs, hanno lanciato svariati appelli per il recupero di un edificio storico. Oggi, a parlare, è il presidente dell’Associazione Radioamatori italiani, sezione di Pisa, Roberto Lorenzi. "Purtroppo la stazione radiotelegrafica di Coltano è ancora di proprietà demaniale - spiega Lorenzi -. Fino a quando il Comune di Pisa non otterrà la concessione non potrà investire".

Due anni fa infatti il sindaco Michele Conti rivelò, proprio nell’annuale meeting della Marconi Labs di Coltano, si impegnò, entro i primi mesi del 2023, ad acquisire il bene dall’agenzia del Demanio. La richiesta fu inviata nel 2020, dopo che lo stesso sindaco si era impegnato, nel 2019, a stanziare un milione di euro per il restauro. In questi anni però poco è cambiato: "Quattro anni fa la stazione fu messa in sicurezza - prosegue Lorenzi -, ma ora la natura è tornata a prendere possesso dell’immobile e la situazione è peggio di prima". Il recupero però non potrà bastare, se si vorrà dare nuova vita alla stazione: "Servono idee e progetti - continua Lorenzi -. Un milione di euro è insufficiente per riportare la stazione al suo splendore. Ci vorrebbero almeno due milioni e mezzo, solo per restaurarla. Poi però, al di là di una parte museale, come si potrà ridarle vita? Speriamo tutti in una sponda offerta dal Cnr o dall’Università, anche nell’avvio di qualche startup".

Intanto Ari, per celebrare Marconi, ha fatto partire un concorso: "Dal 27 aprile al 27 luglio è partito un contest tra radioamatori - conclude Lorenzi -. Chi riuscirà a contattare e collegare alcune stazioni marconiane italiane e inglesi, conseguendo uno specifico punteggio potrà ottenere un diploma da parte dell’associazione". Per il momento è l’unico evento noto dedicato alla figura dell’inventore. Le celebrazioni però dovrebbero durare almeno due anni e la speranza, per i radioamatori italiani, è che arrivi il possibile annuncio del progetto di recupero tanto promesso. Molto dipenderà anche dal rinnovo della convenzione biennale tra l’amministrazione comunale e il demanio, per poter garantire la stessa sussistenza e le manutenzioni ordinarie, fin quando non sarà rilevato il bene dal Comune. Intanto la stazione resta fagocitata dalla vegetazione.