"Fine vita, diffondere le cure palliative"

L’ex primario Giuseppe Meucci commenta la sentenza della Corte Costituzionale

"Fine vita, diffondere le cure palliative"

L’ex primario Giuseppe Meucci commenta la sentenza della Corte Costituzionale

"Perché sei un essere speciale, io avrò cura di te". "Tutte le volte che risuona, vicino o lontano da me, il tema del fine vita, riemergono in me le parole del brano di Franco Battiato", scrive in una lettera alla redazione Giuseppe Meucci (Fotonovi), neurologo, formatosi nella Clinica Neurologica di Pisa, ex primario a Pontedera e Livorno. "Ho impegnato le mie energie nel disegnare e nel cercare di realizzare percorsi di cura per le persone che sono alle prese con patologie neurologiche con aspetti degenerativi, ad evoluzione cronica. Convinto che la comunicazione è un requisito irrinunciabile per l’impostazione di una cura, e che è fondamentale l’affermazione del valore straordinario, unico, di ogni persona. Che è chiamata nel corso degli anni a misurarsi, a subire, a lottare con eventi avversi e con patologie che possono rendere complicate le varie tappe del viaggio della vita, specie quando si trova ad affrontare il percorso finale. Persona che deve mantenere, lungo il suo itinerario, dignità, libertà di scegliere, diritti e doveri propri di ognuno. Nella sentenza 135 che la Corte Costituzionale ha depositato il 18 luglio 2024, in cui affronta le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 580 del cp, mi ha molto colpito il richiamo alle cure palliative. Definite dalla legge 38 del 2010, le cure palliative comprendono tutto l’insieme degli interventi assistenziali, inclusa la terapia del dolore, da adottare di fronte a patologie ad andamento cronico ed evolutivo, che non rispondono più a trattamenti specifici. E’ significativo che la sentenza della Corte Costituzionale, che ribadisce gli attuali requisiti per l’accesso al suicidio assistito e ne precisa il significato, si concluda confermando anche l’appello affinché sia garantita l’effettiva possibilità di accesso alle cure palliative a tutte le persone malate per le quali le comuni terapie risultano inadeguate ai fini della stabilizzazione della malattia. Nessuna persona resti sola".