di Enrico Mattia Del Punta
PISA
Una raccolta firme per Zackaria Oubamou, ma anche per "tutti i nostri figli, perché, ai ragazzi colpiti, ai quali esprimiamo tutta la nostra solidarietà, si uniscono i figli di una comunità intera che non può tacere di fronte a fatti simili". È il messaggio della lettera indirizzata al questore di Pisa, Raffaele Gargiulo, scritta dai colleghi e amici di Zack, il diciottenne vittima sabato sera di un pestaggio violento in piazza Dante.
La richiesta è per una "risposta ferma ed esemplare a quanto accaduto, come esortazione ai nostri giovani a non cedere alla rassegnazione". "I nostri ragazzi – continua la lettera, che tutti possono firmare al bar Il Casino dei Nobili, in Borgo Stretto – hanno il diritto di frequentare le piazze della propria città in sicurezza, godendosi gli spazi come si addice alla loro età".
L’idea della raccolta firme è partita da un genitore di una delle amiche di Zack, che "la settimana prima aveva assistito – racconta Gerardo Torluccio, titolare del bar dove il diciottenne lavora come barista – alle risse che esplodono nelle piazze la sera. Volevamo fare qualcosa, per contrastare l’idea che un minorenne possa essere intoccabile, e sottolineare che questo è il momento giusto per intervenire, per salvarlo e correggerlo, a beneficio sia suo sia degli altri ragazzi che vogliono vivere la città serenamente".
L’aggressore, identificato e denunciato, è un minorenne nato in Italia, residente in provincia, e appartenente a una famiglia di origine straniera. Fondamentale per l’identificazione è stata una telecamera di sorveglianza in via dell’Arancio, a pochi metri da piazza Dante dove è avvenuto il fatto e che ha permesso agli investigatori di ricostruire l’accaduto e risalire al gruppo coinvolto. Si valutano anche le responsabilità degli amici presenti durante l’aggressione.
Il gruppo, noto come "i macedoni" tra i coetanei, è conosciuto nella zona e non sarebbe la prima volta che crea disordini nella piazza, "bevendo e diventando poi incontrollabile", raccontano gli esercenti della zona. Sui social il gruppo ostenta abiti firmati e musica trap, e citazioni ripostate per un’immagine "simil criminale" di chi nasconde un disagio o tanta rabbia dietro un cappuccio. "Rispetto per chi mi rispetta, per gli altri ho un kalashnikov" è la scritta nella biografia di uno di loro. Citazioni da mondo "Narcos", ma qui non siamo a Medellin: ragazzini, giovanissimi, che glorificano su TikTok violenza e "codici di onore", almeno tra gli amici. L’episodio segue di appena una settimana un’altra aggressione simile, sempre in piazza Dante, in cui un quindicenne ha riportato ferite guaribili in tre giorni.
Intanto gli investigatori della Squadra Mobile hanno raccolto testimonianze per comprendere le ragioni di quella che sembra un’aggressione gratuita e anche per stabilire se i due episodi siano effettivamente collegati.