REDAZIONE PISA

Fossabanda, l’ultimo nato. L’ingegnera col pancione sul cantiere del collegio

Maria Letizia Ficocelli, 34 anni, fa parte del team che ha appena concluso i lavori. "Le maestranze? Le ho conquistate con il mio bagaglio di competenze" .

di Enrico Mattia Del Punta

PISA

Abbattere il divario di genere e conciliare la vita privata con il lavoro. All’inaugurazione dell’anno accademico 2024-2025 della Scuola Sant’Anna si è discusso anche di temi come la necessità di modelli positivi che vadano oltre le parole. Tra questi spicca Maria Letizia Ficocelli, del team di ingegneri guidati dall’architetto Francesco Baldi che ha realizzato il nuovo collegio Fossabanda della Sant’Anna, inaugurato venerdì e destinato a ospitare 69 studenti e che ha lavorato in cantiere durante la gravidanza.

Ficocelli, quali sfide ha dovuto affrontare?

"L’ambiente è prevalentemente maschile. A ciò si aggiunge la mia giovane età, 34 anni, che rende ancor più complesso farsi ascoltare e rispettare. Essere donna e giovane richiede una preparazione tecnica solida, credibilità nelle scelte e una certa autorevolezza, in base al ruolo ricoperto. Se si arriva con un bagaglio di conoscenze concreto, con le maestranze si può instaurare un rapporto di fiducia, anche se ci vuole un po’ più di tempo".

Quali consigli darebbe alle giovani donne che vogliono intraprendere una carriera nel settore tecnico ed edilizio?

"Non lasciarsi spaventare da situazioni che, purtroppo, capitano spesso. Ad esempio, essere chiamate con diminutivi come "tesoro" invece che con il proprio titolo professionale è comune. A me è successo e ogni volta ho ribadito con fermezza la mia qualifica e come desidero essere chiamata. Gli uomini ottengono automaticamente un riconoscimento del loro ruolo, noi donne dobbiamo spesso riaffermarlo. Ma non deve scoraggiarci. È importante ridefinire i ruoli, a costo di sembrare antipatiche, e mantenere calma e determinazione senza farsi influenzare dai retaggi culturali".

Come è riuscita a conciliare il lavoro di direzione con la gravidanza?

"Quando ho scoperto di essere incinta, il cantiere era già avviato da più di un anno e non volevo abbandonarlo. Mi sono augurata di stare bene fisicamente e, per fortuna, è andata così. Ho continuato a seguire i lavori grazie al supporto della Sant’Anna, che ha adottato tutte le misure di sicurezza necessarie per permettermi di lavorare senza rischi. Evitavo di stare in luoghi pericolosi, indossavo sempre la mascherina, e si bloccavano temporaneamente lavorazioni che producevano polveri durante la mia presenza. È stata una mia scelta: non volevo abbandonare il progetto e sono riuscita a portarlo avanti fino alla fine".