REDAZIONE PISA

"Frugoni, la guerriera in difesa della Bup"

Gli amici della Biblioteca. Universitaria ricordano. la medievista scomparsa: ogi. l’addio in Santa Caterina

Oggi, alle 15 nella chiesa di Santa Caterina, l’ultimo saluto a Chiara Frugoni, la medievista pisana morta sabato a 82 anni. La sua morte ha rattristato tanti che l’avevano conosciuta di persona o dai suoi libri. Indimenticabile la sua battaglia per riaprire la Biblioteca Universitaria: lei presidente dell’associazione degli Amici della BUP era scesa in piazza e portato la sua voce alle orecchie di ministri, amministratori e governanti. Tutti sordi. "Non è facile descrivere brevemente, a beneficio di chi non la conosceva, il carattere e l’intelligenza di Chiara, non sarà facile dimenticarle – scrivono gli Amici Bup -. Possiamo solo ricordare le qualità che mostrò nel difendere la Biblioteca, in cui aveva lavorato prima del ruolo accademico e in cui tornava sempre volentieri, finché fu possibile a lei e a tutti. Il suo inconcusso senso del dovere, personale, politico e civico, la portarono a impegnarsi quanto era possibile, fino a dar credito perfino ad amministratori e politici così palesemente inadatti al loro ruolo. In noi resterà di Chiara uno sguardo limpido e tenace, sincero fino all’ingenuità: uno sguardo che la portava a vedere, in un’immagine che tutti avevano visto, un profilo sconosciuto, una verità evidente solo al suo occhio azzurro, colto, penetrante. Sempre gliene saremo grati". "Era Chiara di nome e di fatto – ricorda Michele Feo, già ordinario di Filologia Medioevale e Umanistica, in un lungo e intenso post su Facebook - . Si è firmata coi cognomi di Settis e di Frugoni, due uomini diversamente grandi, dai quali non si è lasciata oscurare. È rimasta sempre lei, attraverso momenti felici e brutti colpi della sorte, come la morte del padre e del fratello e quella di un figlio. Chiara come l’amatissima Chiara d’Assisi, chiaramente indocile e ribelle nella difesa della Biblioteca Universitaria di Pisa dalla aggressività guerresca di istituzioni pubbliche e di bassi interessi personali".

Eleonora Mancini