Pisa, 24 luglio 2018 - Stava rientrando a casa dopo aver fatto la spesa al supermercato della strada parallela. Uno sforzo titanico per chi, a 88 anni, cerca di preservare con orgoglio la propria indipendenza sfidando anche l’afa di un assolato lunedì di fine luglio. Il sacchetto in una mano, il bastone di legno per aiutarsi a camminare nell’altra.
Nel cortile della palazzina di uno dei quartieri più popolari di Pisa, un giovane con la pettorina catarifrangente.
«Signora, mi scusi se la disturbo. Mi mandano dal Comune. Ha saputo che i bidoni per i rifiuti organici sono stati cambiati? Mi sto occupando io di sostituirli e di portare i nuovi sacchetti su misura. Dovrei entrare per fare un controllo. Bastano cinque minuti». Dopo qualche istante di esitazione, la donna – che La Nazione tutela non rendendo nota la sua identità – si lascia convincere. In fondo, quel ragazzo sta soltanto lavorando. Ha il viso ‘pulito’. Potrebbe avere l’età di suo nipote. Salgono le scale con lui che le prende con gentilezza la busta per alleggerirla dal peso. Lei apre la porta, lui entra lasciando socchiuso. Vanno in cucina dove nasconde il raccoglitore dell’umido.
Qualche minuto dopo nel salotto si materializza un altro uomo. Anche lui sui trent’anni, anche lui italiano. Dice di essere un poliziotto e di trovarsi lì perché nel condominio ci sono stati dei furti e lei è tra le vittime colpite.
«La situazione mi è sembrata strana – racconta l’anziana ancora terrorizzata e incredula –. Gli ho detto che si stava sbagliando, ma il ‘poliziotto’ mi ha mostrato la foto di mia nipote e di mio marito. Era la prova, secondo lui, che ero stata derubata. Allora si sono proposti entrambi di accompagnarmi a fare il giro delle stanze per verificare che i ladri non fossero ancora dentro».
I due giovani la seguono fino alla camera, messa effettivamente a soqquadro, quindi la convincono a dare un’occhiata per sicurezza anche alla cassaforte. «Mi sono spaventata a morte vedendo tutto in disordine e gli ho creduto. Non ricordo più come, ma la chiave per aprirla è arrivata nelle loro mani. Hanno spalancato il forziere dove c’erano i miei oggetti più cari – spiega piangendo –. È stato in quel momento che ho capito che i cattivi, in realtà, erano loro. Ho iniziato a urlare, però mi hanno zittito, legandomi una maglietta attorno alla faccia. Ho pensato che mi volessero soffocare. Ho provato a divincolarmi e mi hanno graffiato. Quando ho visto il sangue, ho temuto davvero il peggio...».
I due 'cattivi’ in pochi secondi arraffano oro, diamanti e preziosi dal valore di svariate migliaia di euro. Tra i ricordi di una vita, anche l’anello del coniuge scomparso tredici anni fa. Il raid dura una manciata di minuti. Appena libera dalla terribile morsa dei rapinatori, la donna chiama la figlia. «Mi hanno portato via tutto, aiutami. Erano in due, mi hanno ingannato», la voce rotta dal pianto. Quindi l’allarme alla polizia di Pisa che si mette sulle tracce dei banditi. Gli stessi – la descrizione e il modus operandi coincidono – che appena una settimana fa, a pochi chilometri di distanza, hanno svaligiato l’appartamento di un’ottantaduenne.