Furto con spaccata. Vetrine in frantumi con una mazza di notte. Migliaia di euro di danni

Maxi colpo a Eredi Vincenti in Corso Italia: "Via maglioni e capi invernali. Solo il giubbotto valeva 3mila euro". Due anni fa un episodio simile. Il titolare avvisato da un’amica che andava alla stazione alle 6 di mattina. .

Furto con spaccata. Vetrine in frantumi  con una mazza di notte. Migliaia di euro di danni

Maxi colpo a Eredi Vincenti in Corso Italia: "Via maglioni e capi invernali. Solo il giubbotto valeva 3mila euro". Due anni fa un episodio simile. Il titolare avvisato da un’amica che andava alla stazione alle 6 di mattina. .

Furto con spaccata ma stavolta l’autore o gli autori non hanno usato il tombino "bensì una grossa mazza da cantiere". Ad andare in frantumi sono state due vetrine dell’elegante negozio di abbigliamento maschile Eredi Vincenti in pieno Corso Italia. Il proprietario, l’imprenditore molto noto a Pisa e Lucca, Francesco Mezzolla è ancora scioccato quasi ormai rassegnato. Aveva già subito due anni fa un furto simile il tutto in una zona che dovrebbe essere super vigilata almeno dalle tante telecamere (pubbliche e private) presenti nella centralissima Corso Italia. Tutta la merce, a parte un paio di scarpe (spaiate) è stata trafugata. "C’era un giubbotto dal valore di oltre tremila euro": dice Mezzolla. E poi maglioni, piumini, pantaloni tutti rigorosamente di marche di sartoria o di piccole e preziose marche di abbigliamento maschile, tutti capi della nuova collezione autunno invernale. Oltre alla refurtiva, il danno, forse più cospicuo, è quello portato alle due vetrine. "Sono blindate simili a quelle delle banche", dice Mezzolla mentre sta riprendendo le misure ai vetri. I tombini di ghisa tutti intorno al negozio sono nella loro sede, quindi è stato usato un altro pesante oggetto. "Devono aver usato una mazza da cantiere. I colpi sono precisi e potenti": continua lo stesso. In terra non c’è traccia di sangue: in genere quando i malviventi usavano i tombini, rimanevano tracce di sangue per la difficoltà di utilizzo dello stesso tombino che li costringeva a tagliarsi per recuperare poi la refurtiva. Visto che Mezzolla ha anche un negozio di abbigliamento a Lucca abbiamo chiesto se avesse subito furti simili e lui ha risposto: "No. Se abbiamo subito dei furti sono quelli con destrezza senza alcun danno al negozio".

Il titolare è stato avvertito verso le sei da un’amica che andava alla stazione. L’allarme dunque non è stato dato dalle forze dell’ordine. "Qui è pieno di telecamere ed a regola passano le pattuglie ma ormai sono quasi certo che non si risalirà all’autore del furto e tantomeno a recuperare la refurtiva". Sempre Eredi Vincenti è stato vittima di furto con spaccata nel 2017. Il negozio è dotato di telecamera ma per questioni di privacy non può riprendere l’esterno del negozio. In quel caso, il ladro usò un tombino delle fogne. Le immagini non sono state in grado di identificare l’uomo perché ha sempre agito dall’esterno. "In ogni caso, da quello che mi riferiscono, basta che l’autore del furto abbia un cappellino da baseball o un cappuccio di felpa sulla testa, che il riconoscimento è quasi impossibile". A Mezzolla non resta che leccarsi le ferite morali ed economiche, ricevere la solidarietà da amici e colleghi e recarsi a sporgere denuncia agli uffici della questura. Ma l’ultimo sfogo, gli esce d’impeto: "C’è chi mi ha detto che alle vetrine devo mettere sbarre o grate. Ma siamo in una galera o in una città patrimonio dell’Unesco? Vogliamo ridurre il centro storico in una sequela di sbarre e grate? Qui ci sono furti e vandalismi tutti i giorni, tutte le notti. L’impunità regna sovrana".

Carlo Venturini