È una serata come altre in via san Francesco, c’è silenzio, poche persone in giro e, tranne per le luci dello stadio che a breve si spegneranno sul pareggio del Pisa, è molto buio. La città sta andando a riposare, ed è l’ora ideale per uscire allo scoperto: i due schieramenti degli studenti, dalle vie laterali, si ammucchiano davanti a piazza San Francesco con tamburi, bandiere, striscioni e cori di battaglia. La serata per loro è appena iniziata… e molti faranno il bagno. È infatti tornata la tradizionale gavettonata tra Sant’Anna e Normale che quest’anno ha visto alcune novità rispetto all’ultima edizione del 2021, terminata in polemica per i cori offensivi che hanno rischiato di interrompere una tradizione pisana che dura da 50 anni.
Nonostante gli schieramenti siano sempre due, per la prima volta hanno partecipato gli studenti di tutti e tre gli atenei cittadini - infatti si è tratta di una gavettonata "Sant’Anna contro tutti" - e soprattutto sono stati accantonati i toni belligeranti e offensivi del passato, in favore di cori goliardici e sfottò folkloristici. Non sono cambiate le regole della contesa: in piazza San Francesco oltre 350 studenti non vedono l’ora di prendersi a gavettoni. A destra si colloca lo schieramento Sant’Anna, con i suoi tipici colori rossi e blu e gli scudi piccoli e tondi, che ha impostato come unica forma di difesa due pannelli a mò di barricate: sono in netta superiorità numerica. A sinistra gli altri atenei, con colori misti, equipaggiati con scudi a torre rettangolari senza simboli, che ovviano ai ranghi più sottili con l’approccio estremamente difensivo della testuggine romana. Entrambi gli schieramenti hanno inoltre usufruito delle "macchine da guerra": quattro trabucchi realizzati dagli studenti di ingegneria della Sant’Anna per il lancio multiplo di gavettoni fino a 35 metri. I rossoblù per l’occasione hanno costruito anche un balestrone, "l’arma definitiva".
L’euforia prima della battaglia si placa solo per qualche istante, quando vengono ricordate le regole dello scontro: sono 2 tempi da 10 minuti e uno da 8. Per cinque minuti vengono realizzate delle coreografie, e i santannini intimoriscono gli avversari con l’haka, la danza tipica dei rugbisti neozelandesi. Unipi e Normale rispondono con gridi di guerra. Viene dato il via e in un istante piazza San Francesco è completamente bagnata. Lo schieramento di destra si alterna tra chi si nasconde dietro le barricate e chi attacca mentre quello di sinistra rimane serrato in una testuggine, mantenendosi più sulla difensiva, tranne per qualche coraggioso (o stolto?) che si sporge oltre le linee degli scudi a torre per lanciare a distanza ravvicinata, ma viene punito dalla linea di fuoco avversaria. Il secondo round vede lo schieramento rossoblù più offensivo, le barricate vengono quasi dimenticate e si punta sulla superiorità numerica, mentre i misti potenziano il fuoco dai lati e ogni tanto rompono la testuggine per fare un lancio collettivo. Il terzo round è quello decisivo e per l’occasione le note de "La cavalcata delle valchirie" risuonano in piazza, gli scudi sono pressoché dimenticati e si punta tutto sull’offesa - d’altronde hanno impiegato oltre una settimana per gonfiare i 35mila gavettoni, vanno finiti. La musica dona l’effetto sperato: nell’euforia entrambi gli eserciti fanno volare i proiettili con un vigore mai visto. Gli addetti ai rifornimenti incitano i compagni a prendere e lanciare più velocemente. Poi viene dato lo stop finale, e tutto tace. Nessun gavettone cadrà più per questa notte.
L’esercito santannino espone uno striscione che recita "ogni anno stessa storia, al Sant’Anna la vittoria" e dalle retrovie si accendono i fumogeni rossi e blu: sembrerebbero aver vinto. A sorpresa, da entrambi gli schieramenti esce un rappresentante e nella zona franca avviene una simbolica stretta di mano tra avversari, suggellata da un grande applauso collettivo prima di prendere le scope e pulire la piazza. Può sembrare un finale scontato e anche banale, ma è estremamente simbolico che ieri sera abbia vinto l’amicizia.