Gestazione per altri . La storia di Cristiano: "Nostro figlio un dono. Non è nato da un reato"

Restauratore che opera a Pisa ed ex referente Famiglie Arcobaleno "È stata una scelta volontaria, autonoma e consapevole della portatrice". Sul via libera in Senato: "Preoccupati per lo stigma subito dai bimbi" .

Gestazione per altri . La storia di Cristiano: "Nostro figlio un dono. Non è nato da un reato"

Restauratore che opera a Pisa ed ex referente Famiglie Arcobaleno "È stata una scelta volontaria, autonoma e consapevole della portatrice". Sul via libera in Senato: "Preoccupati per lo stigma subito dai bimbi" .

"Dopo l’approvazione della proposta di legge, abbiamo ricevuto un messaggio da parte di Sarah: ’E’ stato un onore portare Tommaso nella nostra famiglia. Lo rifarei altre mille volte’". E’ stata una gestazione per altri "solidale e altruistica", racconta Cristiano Fico, 48 anni, papà del piccolo Tommaso insieme al marito Massimiliano Rossi. Raggiungiamo al telefono il carrarino Fico – residente a Prato, nella nostra città come pendolare, visto che lavora come restauratore a Pisa, e già referente per le Famiglie Arcobaleno in Toscana – all’indomani dell’approvazione in Senato della proprosta di legge di FdI che rende la maternità surrogata un reato universale, punibile anche per chi l’ha praticata all’estero. "Il nostro bambino è nato grazie alla scelta volontaria, autonoma e consapevole di una donna e dal nostro sogno di diventare genitori, dato che in Italia l’adozione per coppie omogenitoriali è tuttora illegale", spiega. "Non è stato un percorso facile... Quella è una narrazione distorta e tossica. Abbiamo impiegato anni prima di trovare Sarah e iniziare un percorso conoscitivo con lei e la sua famiglia. Il primo viaggio in Canada, dove la Gpa è regolamentata e rispetta l’autodeterminazionone delle donne, è stato nel 2019. Poi c’è stato il Covid, le restrizioni, e siamo riusciti a raggiungerla nuovamente solo a giugno 2022 per la nascita di Tommaso. E’ stato un percorso che ha coinvolto anche la sua famiglia, con cui abbiamo rapporti ottimi. Per Sarah, sposata e madre di 4 figli, è stato un dono: voleva aiutare un’altra coppia ad avere figli. Il nostro bambino, dunque, non è nato da un ’reato universale’", ribadisce.

Papà Cristiano è preoccupato non tanto per "l’applicazione della legge", quanto per "la stigmatizzazione dei figli delle coppie omogenitoriali: da mercoledì sera mio figlio, come i figli di altri papà, per la legge italiana sono frutto di un reato, una dimensione difficile da comprendere. Questo non è un Paese civile". E parla di "una scelta soprattutto identitaria, pensata per il suo valore simbolico, con problemi di impostazione giuridica che rendono complicato immaginarne le conseguenze concrete in modo preciso, almeno per ora. Mentre lo stigma resta. Perché sotto il medesimo ’ombrello’ del principio di ’giurisdizione universale’ sono punibili reati quali genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, che nulla c’entrano con la gestazione per altri".

Cosa fa più paura? "Nostro figlio è ancora piccolo, ma penso a quei papà che hanno dovuto spiegare ai propri figli che si tratta esclusivamente di una battaglia ideologica e che sono nati dall’amore. E che non sono ’prodotti’. Le persone che usano determinate parole hanno una coscienza?". Ora c’è da chiedersi cosa ne sarà di quelle coppie che, pur recandosi all’esterno in un Paese dove la Gpa è un diritto, rientrando in suolo italiano saranno punibili per legge (che non è retroattiva, ndr). "Nasce come deterrente per le coppie, certo che lo è – aggiunge Fico –, ma sfido chiunque a credere che una legge possa superare l’amore di due papà che si recano dall’altra parte del mondo per vedere il proprio figlio. Sarà una legge a superare tutto questo? Non credo proprio. L’amore per i nostri figli è più forte".

Ilaria Vallerini