Pisa, 15 maggio 2024 – Quale paesaggio si dipana alle spalle dell’enigmatico sorriso della Monnalisa dipinta da Leonardo da Vinci? Le Alpi di Lecco oppure la campagna toscana con la nostra antica torre di Caprona? Ebbene, gli esperti di storia dell’arte non trovano l’accordo. Così come nelle trame avvincenti di un libro di Dan Brown, il mistero di ciò che si dipana dietro il volto della Gioconda è al centro della diatriba.
Il dibattito si è acceso di nuovo dopo un’intervista rilasciata al quotidiano inglese "The Guardian" da Ann Pizzorusso. Geologa e storica dell’arte rinascimentale – che vive e lavora tra l’Italia e New York –, Pizzorusso sostiene che il capolavoro custodito al Louvre di Parigi raffigurerebbe una zona di Lecco, per la precisione una sponda del lago di Como. La studiosa americana è arrivata a questa conclusione dopo aver condotto alcune ricerche utilizzando in modo comparato le nozioni dei suoi due campi di studio: geologia e, appunto, storia dell’arte. Avrebbe così indicato con un certa precisione l’area a cui Leonardo si sarebbe ispirato, compresa tra Lecco e il Lago di Garlate situato a sud di quello di Como, in particolare il ponte Azzone Visconti. Si tratterebbe, tra l’altro, degli stessi luoghi in cui sono ambientate le vicende de ‘I Promessi Sposi’ di Alessandro Manzoni, frequentati secoli prima anche da Leonardo. Secondo Pizzorusso le somiglianze "tra quelle zone e il dipinto sono innegabili, a partire dalla raffigurazione di un lago e dalla presenza di rocce calcaree, rese dall’artista con sfumature di bianco e grigio".
Insomma il lago di Como avrebbe ‘scippato’ a Pisa – per la precisione a Caprona – l’onore di essere ritratto nel quadro più famoso al mondo? Non la pensa così il ricercatore, storico e scrittore Silvano Vinceti, presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali: "un’ipotesi che poggia sulle sabbie mobili". Per Vinceti alle spalle della Gioconda vi è la Toscana. Nello specifico un tratto del fiume Arno attraversato dall’antico ponte Romito, a Laterina, in provincia di Arezzo. Ma anche, ovviamente, la torre di Caprona.
"Pizzorusso – argomenta Vinceti all’AdnKronos – non spiega affatto il ritrovamento alle spalle della Gioconda della torre di Caprona fatto circa due anni fa dal grande ricercatore francese Pascal Cotte". Cotte, nel giugno 2022, infatti presentò proprio a Vinci la sua "scoperta mondiale". L’ingegnere transalpino dimostrò come dietro il sorriso più enigmatico della storia dell’arte vi sia la torre di Caprona e il profilo dei monti pisani, da Vicopisano a Cascina fino Calci. Nel 2004, su richiesta del Louvre, Cotte ha digitalizzato la Gioconda e 18 anni dopo ha sottoposto quella digitalizzazione a un sofisticato metodo d’analisi arrivando alla conclusione "pisana". Monti pisani o Alpi, dunque? Chi ha ragione? Noi saremo di parte, ma dietro quel sorriso della Monnalisa...