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Giorgio Corretti,. nuovo direttore della psichiatria pisana per l’Asl Nord Ovest, prende le redini del reparto del Santa Chiara
Barbara Capovani era una mia carissima amica e quando è stata uccisa la sensazione che ho provato è che mi cadesse il mondo addosso. Oggi che ricopro il ruolo che doveva avere lei sento una grande responsabilità, ma farò il possibile per proseguire ciò che lei aveva iniziato.
Un’eredità significativa quella del dottor Giorgio Corretti, il nuovo direttore della psichiatria pisana per l’Asl Nord Ovest, prendendo le redini anche del Servizio di Salute Mentale dell’ospedale Santa Chiara di Pisa. Si tratta del reparto diretto da Barbara Capovani, la dottoressa pestata a morte dal suo ex paziente Gianluca Paul Seung, 35enne di Torre del Lago condannato all’ergastolo, ad aprile 2023.
Ha una grande responsabilità. "Sì, il mio ruolo si porta dietro il recente passato, con tutte le note tristi e dolorose che non sono minimamente sopite. Il peso dell’eredità di Barbara è enorme, ma cercherò di proseguire ciò che lei aveva iniziato, con le chiare direzioni di dove voleva andare, grazie anche a uno staff estremamente preparato sul quale so di poter contare".
Conosceva Capovani? "Molto bene. Avevamo organizzato la formazione aziendale insieme perché io lavoravo in Valdera e lei a Pisa. Eravamo colleghi stretti e cari amici".
Come ha reagito alla sua morte? "Ho avuto la sensazione mi cadesse il mondo addosso. Ho chiamato subito i suoi colleghi e seguito le ore e i giorni successivi come un uomo al quale avevano ucciso un’amica. Col tempo ho razionalizzato".
Ha paura per le aggressioni? Psichiatria è uno dei reparti più a rischio. "È evidente che sono preoccupato: i numeri aumentano costantemente e parlano chiaro, se fossi sereno sarei fuori dal tempo. Negli ultimi mesi sono state implementate misure di protezione, ma a noi serve soprattutto prevenzione".
Cosa intende? "Dobbiamo far capire ai cittadini del futuro l’importanza della nostra professione per evitare che le aggressioni ai sanitari aumentino. Non siamo eroi ma neanche bersagli, siamo professionisti che si mettono a disposizione per fare del bene con mezzi spesso insufficienti".
Pensa che gli psichiatri siano troppo esposti a soggetti pericolosi? "L’ambito forense si sta riorganizzando, ma serve maggiore accortezza per distinguere, prima di mandarlo davanti a uno psichiatra, chi aggredisce per una malattia e chi per atteggiamenti delinquenziali. Seung, secondo le perizie, apparteneva alla seconda categoria".
Quali saranno le sue prime mosse da direttore della psichiatria? "Credo ci siano tre capisaldi su cui puntare per migliorare la salute di chi seguiamo: formazione, sicurezza e competenza. C’è molto lavoro da fare ma sono ottimista e circondato da persone di altissima qualità".