Pisa, 24 gennaio 2025 – Da lunedì 27 gennaio a sabato 1° febbraio, l’atrio di Palazzo Gambacorti a Pisa ospiterà la mostra “Memoria delle Vite Sospese”, tratta dall’installazione opera di Gianni Lucchesi, Chiara Evangelista, Ursula Ferrara, Massimo Bergamasco, Michele Emdin, presentata per la prima volta nel 2018, presso la Chiesa di Sant’Anna di Pisa. L’iniziativa rientra nel programma di appuntamenti organizzati dal Comune di Pisa, in collaborazione con Prefettura di Pisa, Provincia di Pisa e Comunità Ebraica di Pisa, per il Giorno della Memoria che si celebra ogni anno il 27 gennaio per ricordare le vittime dell’Olocausto durante la seconda guerra mondiale. Lunedì alle ore 15 nell’Atrio di Palazzo Gambacorti ci sarà l’inaugurazione della video installazione che sarà visitabile fino a sabato con orario 7.30 – 19.30.
“È una mostra molto bella, essenziale, ideale per scoprire l’impatto anche nella nostra città di quanto successe a seguito della promulgazione delle Leggi Razziali e soprattutto per riflettere – dichiara l’assessore alla scuola Riccardo Buscemi -. Durante il percorso espositivo, il visitatore è invitato a sostare, a guardare le immagini, ad ascoltare. La mostra è destinata a tutti, in particolare però alle nuove generazioni: invito le scuole a farla visitare ai propri studenti e a fare la doverosa “sosta” necessaria per riflettere, approfittando delle sedie disposte in una piccola agorà.”
LA MOSTRA. Il sonno della ragione genera mostri. Il Novecento ha prodotto l'idea aberrante della soluzione finale, lo sterminio del popolo ebraico e di altre minoranze come i Rom con la sua meticolosa attuazione da parte di volonterosi carnefici in ogni angolo di Europa. La mostra “Memoria delle vite sospese” rimanda agli avvenimenti che nel 1938 strapparono alla vita civile, alla carriera accademica, agli studi universitari migliaia di ebrei italiani e stranieri che insegnavano e studiavano nelle Università. All’Università di Pisa furono espulsi venti docenti e duecentonovanta studenti, e per molti di loro rappresentò il preludio alla deportazione, allo sterminio, all’emigrazione.
Un dramma raccontato per immagini e per suoni, grazie alla rappresentazione del monologo “Numeri” di Annick Emdin, interpretato da Francesco Morosini e alle immagini degli studenti cacciati dall’Università di Pisa rappresentate nel morphing di Ursula Ferrara (sfondo musicale di Ershter Vals). Attraverso le immagini, le voci e le musiche proposte si racconta lo sconvolgimento di quelle vite, rifiutate perché ritenute “diverse” con un atto burocratico firmato dal Rettore D’Achiardi, a cui in molti casi seguiva la condanna a morte, la fuga e il nascondimento nel lungo inverno che tra guerre e massacri segnò l’Europa sino alla liberazione nel 1945.