Le telecamere di videosorveglianza urbana dell’area di Vettovaglie non forniranno informazioni utili alle indagini della polizia sulla rissa scoppiata sabato sera e che, secondo le testimonianze dei residenti, ha coinvolto una quindicina di ragazzi, molti dei quali minorenni. Lo scontro, repentino e violento, si è consumato tra vicolo del Vigna e piazza Sant’Omobono intorno alle 20.25 ma quando le pattuglie sono giunte sul posto i contendenti si erano già volatilizzati.
I residenti lamentano già da settimane che nel centro storico sono frequenti scene di adolescenti ubriachi e molesti. "La rissa di sabato sera – afferma Giuseppe Di Vetta – si colloca in un contesto di forte peggioramento in termini di sicurezza, con giovani e giovanissimi ubriachi che stazionano in vicoli e piazze e delle forze dell’ordine non si vede neppure l’ombra".
Le modalità della rissa, tuttavia, sono parse analoghe a quelle viste in Tv o sul web dopo episodi analoghi verificatisi nelle scorse settimane in altre parti d’Italia (Ercolano, Piacenza, Roma) e in molti sospettano che anche questo fenomeno sia in qualche modo un effetto del lockdown o comunque delle misure restrittive anti Covid che hanno cambiato radicalmente le abitudini degli adolescenti. Secondo Francesco Lamanna, psichiatra dell’Asl e responsabile del Serd: "Il fenomeno dell’abuso di sostanze esiste e non da ora, anche se il nostro è un osservatorio parziale visto che a noi in genere afferiscono persone compresi adolescenti che hanno già problemi di abusodipendenza. Ciò che è accaduto sabato sera è probabilmente altro e anche le osservazioni di Sabrina Molinaro, la ricercatrice del Cnr che ha coordinato uno studio sull’uso dei social media da parte dei giovanissimi e analizzato il fenomeno, spesso pericoloso, delle ‘challenge’, le sfide, di cui ha parlato La Nazione sul giornale di ieri. Ciò che deve preoccuparci come professionisti e genitori è il fatto che con le restrizioni e l’obbligo di restare a casa si sta sviluppando l’abuso di ‘social media’ e quindi col maggior tempo trascorso causa maggiore chiusura, sui social che portano poi a queste derive con gli appuntamenti che si danno proprio con lo scopo di fare ‘confusione’ come ad esempio era successo a Roma al Pincio e in altre città italiane e che ora potrebbe capitare anche a Pisa".
"Le challenge – osserva Sabrina Molinaro – sono un fenomeno rischioso e sfaccettato e in un’età dove la ricerca della trasgressione è intrinseca e in un’era in cui la viralità dei messaggi arriva a milioni di ragazzi e di bambini, la dispercezione del rischio può avere conseguenze molto gravi".
Gab. Mas.