REDAZIONE PISA

Gli alberi ’polverizzati’: "Forse la natura disturba"

L’affondo di Italia Nostra dopo l’annuncio di nuovi tagli sulle sponde dell’Arno "La flora spontanea e ornamentale viene trattata come specie infestante".

Un operaio impegnato nella potatura di rami (foto d’archivio)

Un operaio impegnato nella potatura di rami (foto d’archivio)

Ma che problema ha Pisa coi suoi alberi? Dopo l’articolo-denuncia de La Nazione ù circa i tagli di alberi di alto fusto e canneti lungo l’Arno (Piagge e Riglione) ora anche Italia Nostra interviene scrivendo: "C’è un’attitudine indifferente, quando non apertamente ostile, nei confronti della natura che è intesa come ’elemento di disturbo’ nel rassicurante ordine ’urbano’, e ciò emerge nella gestione delle due sponde dell’Arno, da una parte fra Pisa e Riglione, dall’altra lungo il viale delle Piagge in città".

"Qui flora spontanea e ornamentale – riprende l’associazione – provano a convivere in un equilibrio nel quale l’uomo non sempre entra in punta di piedi. Facendo una rapida sintesi della flora, fra le specie autoctone ricordiamo: leccio, olmo, salice, pioppo bianco. Fra quelle introdotte: tiglio, platano, pino domestico, pioppo nero, acero americano, robinia. Particolarmente degni d’attenzione alcuni lecci secolari, lungo il sentiero più a ridosso dell’Arno, e alcuni grandi platani, recentemente seccati, nei pressi della chiesa di S. Michele degli Scalzi e in uno slargo nei pressi dell’incrocio con via Masaccio".

Italia Nostra scrive che si dovrebbero tutelare questa spontaneità "invece esse vengono periodicamente tagliate come specie infestanti, mentre, sulla riva di fronte, si taglia per motivi ’idraulici’, senza tenere conto delle recenti acquisizioni di ingegneria naturalistica, che vedono nei boschi delle golene un freno all’impeto e alla velocità delle acque, piuttosto che un incentivo agli straripamenti, come sottolinea il Comitato Difesa Alberi Pisa, nel quale si nota che non c’è in queste operazioni alcuna certezza circa la messa in sicurezza dal rischio idraulico e idrogeologico ed eventuali possibili esiziali danni alle strutture, ma anzi se ne aumenta la probabilità".

L’associazione procede nella disamina delle specie arboree da tutelare e fa intuire che sarebbe arrivato il tempo di considerare Le Piagge come un parco semi-naturale: "Ci sono boschetti d’alloro, fonte d’ombra e di grati profumi. Lungo le sponde si notano alcuni canneti e piccole comunità ripariali di pioppo, salice, acero, olmo, alloro e sambuco, cresciute spontaneamente lungo gli argini. Si tratta di alcune delle specie più comuni lungo i fiumi italiani; varrebbe dunque la pena, in un parco semi-naturale come le Piagge, di salvaguardare queste comunità vegetali a fini paesaggistici, ambientali ed educativi".

Dunque Italia Nostra chiede che "venga fatto un confronto con le associazioni prima di disporre certi interventi così radicali destinati destinati a modificare significativamente i connotati del paesaggio urbano".

Carlo Venturini