REDAZIONE PISA

Gli avvocati di Seung preparano l’appello

Omicidio Capovani, la difesa al lavoro sul secondo grado di giudizio .

Seung (. foto Del Punta per Valtriani

Seung (. foto Del Punta per Valtriani

I suoi legali, gli avvocati Andrea Pieri e Gabriele Parrini, avevano annunciato l’appello subito dopo la lettura della sentenza. Gianluca Paul Seung, il 37enne di Torre del Lago, era stato condannato a ottobre all’ergastolo per l’omicidio della dottoressa Barbara Capovani e anche a pagare un milione e 670mila euro alla famiglia della professionista, tutelata dall’avvocato Stefano del Corso, 85mila all’Asl, alla Regione e all’ordine dei medici (quest’ultimo con gli avvocati Milvia Pasquinelli e Alessandro Niccoli, l’eventuale risarcimento "andrà a sostenere borse di studio e progetti di ricerca").

Era il 21 aprile del 2023 quando - lo ha raccontato lui stesso in aula durante le spontanee dichiarazioni - Seung andò al Santa Chiara con l’intento di "sfregiare" la psichiatra. Poi, però - secondo quanto ricostruito sempre dall’imputato - la presenza e le urla della signora addetta alle pulizie lo distrassero in qualche modo e lui "colpì più forte". La psichiatra morì pochi giorni dopo. "Un uomo abbandonato e lasciato solo. Non doveva esserci a Pisa quel 21 aprile, perché era stato già dichiarato incapace, è malato", avevano spiegato i suoi legali dopo la lettura.

Durante la loro arringa avevano invocato l’assoluzione per incapacità di intendere e di volere, perché per loro Gianluca Paul Seung è appunto "malato". Una malattia che non gli lascia la facoltà di discernere e, a sostegno della loro tesi, avevano citato la perizia del professor Pietrini per un altro procedimento: sentito in aula durante il processo per l’omicidio, però, Pietrini aveva precisato che la diagnosi era legata al fatto contestato di allora, non a questo nuovo evento.

Proprio sulla base di quella stessa perizia, Seung era stato prosciolto a Lucca per "incapacità totale" il giorno dopo della sentenza pisana. A Lucca Gianluca Paul Seung era accusato di diffamazione, per fatti precedenti al delitto, verso l’ex primario del reparto di psichiatria dell’ospedale Versilia, Mario Di Fiorino, oggi in pensione. A Lucca il 37enne era a processo - questa la contestazione - per aver scritto sui social che Di Fiorino era "un trafficante di organi", secondo un copione ricorrente nelle sue esternazioni.