
Gli stereotipi: come vengono visti i ruoli nella nostra società
Gli stereotipi di genere sono ancora molto diffusi nella popolazione italiana. La parola “stereotipo” risale ai tempi dell’invenzione della stampa: indicava il nome dato agli stampi di cartapesta grazie ai quali i caratteri venivano tutti uguali. Oggi questo termine è passato alla psicologia, dove designa "un’opinione rigidamente precostituita e generalizzata, cioè non acquisita sulla base di un’esperienza diretta e che prescinde dalla valutazione dei singoli casi, su persone o gruppi sociali" (dizionario Oxford).
In classe abbiamo fatto diverse attività riguardo a questo argomento. Nella prima la professoressa ha diviso la lavagna in due parti, corrispondenti a maschi e femmine e ci ha detto delle frasi, per esempio "sono sensibili" oppure "amano muoversi", che noi dovevamo attribuire, senza rifletterci, a uno dei due generi. Grazie ad essa abbiamo scoperto che anche nella nostra mente sono presenti idee rigide e preconcette in relazione ai generi: vi sono radicate inconsapevolmente. Un’altra volta la classe è stata divisa in due parti. La prof pronunciava un’affermazione relativa al campo lavorativo: se eravamo d’accordo dovevamo andare a destra e se non lo eravamo, a sinistra di una linea immaginaria. In seguito, i ragazzi di ogni gruppo dovevano cercare di convincere gli altri a cambiare lato. In questo modo ci siamo esercitati ad argomentare le nostre convinzioni. Osservando alcune pubblicità, ci siamo accorti di quanto vi siano presenti gli stereotipi. In una della Chanteclair, ad esempio, si vede una donna che pulisce la casa e guarda verso la telecamera con aria ammaliata e sognante mentre una voce maschile, fuori campo, le presenta il prodotto con tono sicuro e autorevole. Nella pubblicità progresso della Indesit "I bambini ci guardano", invece, un padre svolge le faccende di casa e si prende cura dei bambini mentre la donna appare concentrata sul suo lavoro fuori casa.
Questo è esattamente il contrario di quello che siamo stati abituati a considerare normale, per cui proviamo stupore o ammirazione per il comportamento dell’uomo ma anche indignazione verso la donna. Il video finisce provocatoriamente con la domanda "Avresti reagito allo stesso modo se fosse stato una donna?". I bambini apprendono dagli adulti per imitazione. Gli stereotipi mentali si trasformano poi in reale disuguaglianza nel mondo del lavoro tra uomini e donne. Solo modificando il loro comportamento quotidiano gli adulti possono creare un futuro diverso per le nuove generazioni.