di Michele Bufalino PISA
"Correte, scappate, arriva lo squadrone nerazzurro" è il coro che si leva dall’aeroporto pisano. Un viaggio lungo 24 ore, per qualcuno anche 48, solo per seguire il Pisa a 1200 chilometri di distanza. La trasferta più lontana dell’anno si è conclusa ieri con l’arrivo della squadra al Galilei, accolta da 200 tifosi festanti. I nerazzurri, attesi al terminal, sono atterrati alle 11.45, trovandosi supporter di tutte le età. Ci sono i bimbi che hanno chiesto gli autografi e chi è rimasto ad attendere almeno un’ora in attesa di vedere i propri beniamini. "Non eravamo a Palermo, ma appena abbiamo saputo che la squadra arrivava all’aeroporto ci siamo diretti subito questa mattina ad attenderli - dichiarano gli amici Mattia Carmignani e Francesco Gadducci -. Stiamo vivendo un sogno".
Con il coro "il derby si farà" i tifosi hanno anche lanciato cori in attesa della possibile supersfida contro la Fiorentina, se i nerazzurri al termine della stagione andranno in Serie A, per una partita che manca da oltre 30 anni. Tra i 500 protagonisti accorsi in terra siciliana, nella lunga trasferta, c’è senza dubbio l’ex portiere Davide Morello, al Pisa dal 2007 al 2009, palermitano di nascita, ma nerazzurro nel cuore.
"Sono stati due giorni bellissimi - racconta Morello -. Ho vissuto quell’emozione che non provavo da quando giocavo nel Pisa. Anche a distanza di 16 anni ho ricevuto il richiamo della mia ex squadra, sono andato in ritiro aspettando il pullman della squadra e mi sono presentato al presidente, al direttore e ai ragazzi, incoraggiandoli". L’ex bandiera nerazzurra è felice del grande momento: "Si respira un’aria molto positiva e a differenza di quegli anni in cui giocavo io c’è una società vera che può garantire un grande futuro". Morello si è recato fin nel settore ospiti del Barbera, non senza qualche siparietto: "Ho accompagnato anche i ragazzi del Club Autonomo facendo loro da Cicerone e mi sono preso anche le offese dei miei concittadini di Palermo, ma non mi interessa, il Pisa mi è rimasto nel cuore e ormai mi sento pisano".
C’è chi invece si è spinto ancora più in là, come Gaia Matteis, XX anni. Gaia vive in Svizzera, a Lugano e, di punto in bianco, ha deciso di coinvolgere il padre per una folle traversata.
"Avevo un esame il giorno prima della partita e mi sono alzata alle 5.30, così dalla Svizzera con mio padre siamo andati a Bergamo e poi abbiamo preso il volo per Palermo - racconta la giovane tifosa -. E’ stato bellissimo esplodere di gioia allo stadio. Vado all’Arena da quando avevo solo... 25 giorni, mi è rimasto l’imprinting. Mi sono fatta una promessa che è quella di non visitare nessuno stadio di seria A come San Siro, Maradona, l’Olimpico, Juventus se non con il Pisa. Quindi se ci dovrò andare per la prima volta sarà solo ed esclusivamente per accompagnare la mia squadra".
Fiducioso anche lo storico leader del Club Autonomo Nerazzurro, Marco Pavolettoni. "Abbiamo una squadra solida e cinica che ha saputo conquistare i tre punti in un campo difficile per tutti - afferma con orgoglio -. Il nostro è un pubblico fantastico e abbiamo incitato la squadra per tutti e 95 i minuti. Ci ha fatto quando i giocatori, chiamati dai nostri cori, a fine partita sono venuti sotto la curva. Vogliamo solo goderci questo momento. Questa è squadra è una grande famiglia messa insieme da Inzaghi, Giovanni e Giuseppe Corrado, ma soprattutto il patron Knaster".
Prima della partita molti pisani si erano anche recati in pellegrinaggio alla Chiesa di San Ranieri e dei Santi Quaranta Martiri Pisani, situata proprio a Palermo, per ricordare i fasti che furono di Pisa Repubblica Marinara, ma ora è tempo di nuovi ricordi, di nuovi momenti di gloria, sportivamente parlando.