In Unipi è guerra sulle armi dopo la decisione dell’Università di Pisa di inserire nello statuto la totale esclusione da qualsiasi tipo di ricerca o progetto legato allo sviluppo delle armi. La scelta, spiegata dal rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi a La Nazione, ha infatti spaccato l’opinione della destra e della sinistra studentesca. Da una parte, la direttrice nazionale di Azione Universitaria e studentessa pisana Annalisa Maggi ha attaccato dicendo che "mascherate dietro l’idea di una ‘cultura di pace’, queste proposte rappresentano, un attacco diretto alla libertà accademica e una visione ideologica e miope che rischia di relegare l’Ateneo all’irrilevanza scientifica".
La questione, secondo Maggi, è che "L’innovazione nasce anche in contesti militari e ha ricadute positive per tutta la società e per l’università stessa". Le ricerche sulle armi - che Unipi ribadisce di non aver mai avallato - possono infatti "contribuire a finanziare l’ateneo" pesantemente colpita dai tagli al fondo di finanziamento ordinario per circa 16,5 milioni di euro. "Oggi, a causa di una pessima gestione finanziaria da parte del rettore Zucchi - accusa Maggi -, Unipi taglia servizi e aumenta le tasse agli studenti per ripianare il bilancio. Ogni progetto di ricerca, inclusi quelli in ambito militare, porta finanziamenti essenziali. Rinunciare a questi progetti significa tagliare ulteriormente servizi o imporre nuove tasse, mentre le grandi industrie si rivolgeranno a centri di ricerca più lungimiranti".
Immediata la risposta di Sinistra Per, che in una nota ha scritto che "ci dispiace leggere questi commenti, non solo per i contenuti ma anche per l’evidente falsità dei termini. L’eliminazione della collaborazione con chi progetta sistemi d’arma è un importante segno di resistenza dell’università come presidio democratico. In una società che è sempre più colorata dalla militarizzazione degli spazi civili - conclude Sinistra Per - il nostro è un atto di disobbedienza che libera la ricerca dai vincoli di un mercato mortifero e lontano dalla costruzione del sapere".
Mar.Fer.