ANDREA MARTINO
Cronaca

Homeless with House: lo studio sul benessere degli utenti del SerD di Pisa

La ricerca si è focalizzata sull’impatto delle esperienze traumatiche transgenerazionali nella psicologia e nel fisico delle persone che frequentano la struttura

La psicologa Sabrina Costantini

La psicologa Sabrina Costantini

Pisa, 3 dicembre 2024 – “I disturbi da dipendenze devono essere affrontati il prima possibile e vanno considerati in un quadro che includa la storia familiare. Solo così possiamo intervenire in modo tempestivo ed efficace e per prevenire ulteriori ricadute generazionali sui figli”. A parlare è Sabrina Costantini, psicologa del Servizio dipendenze (SerD) di Pisa, diretto da Francesco Lamanna.

Nel periodo 2021-2024 la dottoressa Costantini ha condotto una ricerca sugli utenti del SerD pisano per capire quale effetto abbia avuto il cosiddetto peso del passaggio transgenerazionale, vale a dire la trasmissione di esperienze, comportamenti, traumi, e modelli relazionali da una generazione all’altra, che influenzano fortemente ogni individuo dal punto di vista psicologico ed emotivo, facendo emergere nel suo comportamento impulsività, aggressività o incapacità di gestire lo stress che, a loro volta, rendono difficile costruire relazioni sane e sicure.

“Lo studio, che ha analizzato un campione di quasi 300 utenti, ha messo in luce molte esperienze infantili avverse – spiega Costantini – infatti emerge che il 18% dei maschi e il 27% delle femmine ha subito violenza fisica, psicologica (rispettivamente 45% e 58%), ha assistito a episodi di violenza (32% e 52%) o a subito violenza sessuale (rispettivamente 8% e 21%). Il 31% dei pazienti maschi e il 35% delle pazienti femmine ha vissuto eventi familiari avversi, come abbandoni di uno o entrambi i genitori, lutti precoci, separazioni o divorzi, entro i 18 anni di età”.

“I dati raccontano anche della significativa presenza di un attaccamento genitori-figli disfunzionale, non sicuro, spesso disorganizzato, che crea la base per una forte disregolazione anche in età adulta. Il che spiega impulsività, aggressività e disregolazione nelle relazioni sociali, nel rapporto con il cibo, nelle condotte di vita, che hanno un’elevata probabilità di ritrasmettersi ai figli”.

“Inoltre le persone che presentano alti livelli di eventi avversi nell’infanzia, da adulti presentano una maggiore predisposizione ad eventi ulteriormente traumatici, come relazioni violente (nel 25% degli uomini e il 68% delle donne), incidenti, malattie importanti, aborti, carcerazioni. Già in adolescenza, per esempio, emerge un alto livello di bullismo”.

“Altro dato interessante – prosegue Costantini – è la percentuale doppia, ovvero del 14% rispetto ad una media mondiale che va dal 4 al 7%, di utenti con un disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività”.

“Dobbiamo perciò dare massima importanza all’individuazione e al trattamento precoce ed efficace dei traumi situazionali e relazionali dell’infanzia -conclude Costantini – pensando alle persone che curiamo come esiti di eventi e patologie pregresse di almeno due generazioni. In quest’ottica possono essere definiti come ‘homeless with house’ (senzatetto con la casa), nel senso che spesso sono persone che mantengono un lavoro, una famiglia, propri impegni e ritmi, possiedono una casa fisica, ma mancano di un senso di famiglia e di appartenenza sicura in termini affettivo-relazionale. L’obiettivo è interrompere questo circolo vizioso, individuando i modelli negativi che si ripetono all'interno della famiglia, creare spazi sicuri in cui le persone possano sviluppare attaccamenti sani e relazioni di fiducia e capacità positive”.