Il ballo dei detenuti. A scuola di flamenco

Il laboratorio di Barbara Sarri: "Forte impatto emotivo. Questa danza restituisce una forza vitale"

Il ballo dei detenuti. A scuola di flamenco

Il ballo dei detenuti. A scuola di flamenco

Pisa, 8 luglio 2024 –  La forza del tallone che sbatte sul legno del pavimento, la leggerezza del ventaglio che si alza verso il cielo, la determinazione e la scoperta di sé, dell’altro e dello spazio intorno. Uno spazio che per qualche ora diventa aperto, senza limiti, senza sbarre. È questo il messaggio che sta alla base del corso di flamenco svolto nella casa circondariale Don Bosco di Pisa dalla ballerina e scrittrice Barbara Sarri che vive nel Comune di Casciana Terme e da anni con la sua associazione Bambino sarai tu, diffonde la pratica del ballo anche a scopi sociali.

Giovedì 4 luglio si è svolto l’evento Duende, a conclusione del corso, Un abanico per volare. I detenuti e le detenute che hanno frequentato il laboratorio di flamenco hanno danzato tutti insieme nella sala polivalente del penitenziario per l’occasione allestita con i disegni realizzati durante il corso d’arte tenuto da Simona Rota. "Un’avventura importante a livello umano e professionale – ha detto Barbara Sarri – fra un ballo e l’altro si sono alternate letture dedicate al duende e al baile flamenco, un’attività trattamentale poco diffusa negli istituti penitenziari ma senz’altro di forte impatto emotivo. Il progetto è stato voluto e accolto con entusiasmo dalla direzione dell’istituto pisano e si è giovato del sostegno della Fondazione Pisa.

Ringrazio davvero chi ha creduto in questa iniziativa e l’ha resa possibile. Il flamenco con la sua energia, la sua forza, la sua generosità, proprio perché nasce dalla metamorfosi, dallo scambio culturale e dall’unione dei popoli, è un ballo incredibile e pieno di poteri".

Un progetto che parte da lontano, dal 2016 quando il flamenco entra per la prima in carcere in occasione della giornata contro la violenza sulle donne e l’8 marzo. Poi, dopo il Covid, gli eventi si trasformano in laboratori annuali prima rivolti soltanto alle donne e da quest’anno aperti anche agli uomini. "Perché il flamenco? – continua – Perché dà la possibilità di essere ballato da soli come in coppia, dagli uomini e dalle donne, e perché comprende già al suo interno tante culture di popoli lontani. Infine perché è capace di restituire a chi lo balla un’energia vitale".

Nella tradizione spagnola si dice che quando un ballerino sulla scena, un cantante o un musicista sia stato capace di trasmettere certe emozioni si liberi una sorta di spiritello, un folletto, chiamato duende. "Il duende era assolutamente presente durante lo spettacolo – conclude – e questo aspetto è la parte centrale del progetto, ciò che rimane dentro a chi vive questo tipo di esperienza".

"Un ringraziamento speciale a Barbara Sarri che, ancora una volta, per qualche ora, ha portato gioia, bellezza e grazia all’interno della Casa Circondariale – ha detto Liberata Di Lorenzo, Capo Area Pedagogica CC Pisa –. Con la pervicacia e l’entusiasmo contagioso che la contraddistinguono, Barbara è riuscita, fra l’altro, per la prima volta, a far salire "sul palco" anche i detenuti, coinvolgendo così uomini e donne in una danza collettiva giocosa, colorata e appassionata".

Sarah Esposito