"La Leopolda si è trasformata nell’ennesimo spazio in città privo di anima". È questa la denuncia senza mezzi termini del consigliere comunale Pd Enrico Bruni, che critica l’operazione della Giunta comunale di affidare la gestione della storica sala alla Patrimonio Pisa. Bruni lancia l’allarme definendo le dichiarazioni rilasciate a La Nazione dall’amministratore unico della società, Matteo Dell’Innocenti, "una provocazione con il tentativo di perseguire una damnatio memoriae di un’esperienza pluridecennale frutto della collaborazione tra le precedenti amministrazioni progressiste e le associazioni della città".
Dell’Innocenti, infatti, ha annunciato dalle nostre pagine, "la rinascita della Leopolda", delineando gli obiettivi futuri e parlando di un "boom di presenze" previsto per i mesi di novembre e dicembre, oltre a un restyling complessivo della sala dal punto di vista tecnologico.
"Le presenze annunciate a mezzo stampa sono in gran parte frutto del lavoro della gestione precedente - ribatte Bruni, che si fa fotografare davanti ai cancelli della struttura sigillati -. La Leopolda ha aggregato persone grazie a un lavoro svolto incessantemente dal 2001 fino a oggi. Pertanto, le buone percentuali di prenotazione annunciate dal nuovo gestore non dovrebbero sorprendere: quegli spazi sono stati animati per più di vent’anni, costruendo collaborazioni strategiche con le realtà locali e non solo".
Bruni si dice preoccupato dalla trasformazione del progetto: "Da mesi - aggiunge -, è depositata in IV Commissione una proposta avanzata dai commissari e dagli uditori della coalizione di centrosinistra, con l’obiettivo di mettere al tavolo la Giunta e la società partecipata per sollecitare un confronto pubblico sulla gestione degli spazi. Tuttavia, la parte politica ha avanzato scuse su scuse per non presentarsi in commissione, confermando così la fragilità del progetto immaginato per quegli spazi".
La critica di Bruni si concentra dunque sull’aspetto politico: "Non è un amministratore delegato che, nell’interesse della società, imbastisce un piano imprenditoriale - conclude il consigliere dem -, ma la parte politica che spinge avanti quella imprenditoriale per nascondere, dietro i profitti annunciati, un vuoto immenso: l’assenza di un’anima nei progetti di questa destra e, soprattutto, l’incapacità di immaginare occasioni di crescita per una comunità cittadina fatta di molti, non di pochi".
Enrico Mattia Del Punta