
di Giuseppe Meucci
PISA
una storia lunga, ricca di eventi, quella del canale dei Navicelli. Una storia che proprio ora che il canale ha riacquistato in pieno la sua funzionalità originaria, garantita dal collegamento diretto con l’Arno, vale la pena ripercorrere perché oltre alle suggestioni che arrivano dal passato sono le notevoli prospettive di sviluppo di questa via d’acqua a renderla interessante. Questo perché il canale che collega Pisa a Livorno è oggi l’asse centrale di un’ampia area dove hanno sede importanti cantieri nautici i cui marchi sono famosi nel mondo, con tutto quello che ne deriva in termini economici e anche occupazionali diretti e nell’indotto. Basta pensare che il 25% della produzione globale di superyacht è realizzata nell’area costiera della Toscana e sei fra i dieci produttori italiani di superyacht hanno i loro cantieri sul canale dei Navicelli, oppure a Viareggio e Livorno. E l’intera filiera toscana della nautica da diporto in cui il canale pisano occupa una posizione di primo piano è fatta di 61 cantieri piccoli e medi, porti turistici e rimessaggi con circa 15mila addetti. Furono i Medici, primi granduchi di Toscana a collegare Pisa alla neonata Livorno con un canale artificiale, dopo che l’antico Porto della Repubblica Marinara si era insabbiato.
Da allora il canale dei Navicelli è stato il tratto terminale di un percorso fluviale che consentiva di raggiungere il mare dall’entroterra toscano, utilizzato per i commerci e i trasporti di materiali e derrate alimentari con imbarcazioni capienti e a fondo piatto, i navicelli, appunto. Ma se furono i Medici a realizzarlo è con l’arrivo dei Lorena alla guida della Toscana che il canale dei Navicelli conosce un periodo di grande splendore. Pietro Leopoldo in particolare dedicò alla via d’acqua grandi cure e lui stesso se ne serviva per raggiungere Livorno da Pisa, dove aveva scelto di soggiornare con la corte e la numerosa famiglia per diversi mesi l’anno. Un governo certamente illuminato quello dei Lorena che ebbero una cura del territorio e delle infrastrutture davvero straordinaria per l’epoca, esempio virtuoso in tutta Europa. Già in quei tempi lontani il canale era famoso perché attraversava un ambiente ricco di attrattive paesaggistiche che oggi sono incluse nel Parco Naturale che è un valore aggiunto per questa via d’acqua visto che l’intero suo corso attraversa proprio quelle aree tutelate. Nel XVIII e nel XIX secolo il canale era una meta obbligata per i viaggiatori europei del Grand Tour e lo stesso Garibaldi ferito ad Aspromonte, dopo essere stato operato proprio a Pisa volle raggiungere Livorno dove una nave l’avrebbe portato a Caprera percorrendo in barca il canale e scartando il treno che avrebbe impiegato poco più di mezz’ora.
Ma dicevamo del sistema integrato della nautica che si è sviluppato sulle rive della via d’acqua e che oggi grazie all’apertura dell’Incile è entrato a far parte di un ambito più vasto. Il canale dei Navicelli, infatti, va considerato in un’ottica che comprende non solo lo storico tragitto che da Porta a Mare arriva fino a Livorno attraverso le aree più belle della pineta di Tombolo, ma include l’intero comparto della nautica da diporto che si è sviluppato nella Golena d’Arno con i numerosi rimessaggi esistenti e il porto turistico di Boccadarno. Un circuito nautico che non ha eguali in Italia e che si sviluppa quasi per intero nel più grande parco naturale della Toscana.