Il caso neurochirurgia: "Gli universitari?. Sono una risorsa"

Il preside Neri (Scuola Medicina) replica ad Anaao

Il caso neurochirurgia: "Gli universitari?. Sono una risorsa"

Il corridoio di un ospedale Dopo il durissimo attacco del sindacato Anaao ecco la replica del preside Emanuele Neri

"Gli attacchi di Anaao delineano una chiara strategia di demolizione del ruolo dell’università nel sistema sanitario. Non c’è nessuna guerra tra medici ospedalieri e universitari". Il preside della Scuola di Medicina dell’Università di Pisa, Emanuele Neri, risponde a Gerardo Anastasio, segretario regionale del sindacato medici Anaao, che a La Nazione aveva espresso il suo disappunto sulla nomina del nuovo direttore del reparto di Neurochirurgia di Aoup. Anastasio aveva commentato la scelta di Francesco Acerbi, assunto come primario dopo aver vinto un bando concorso di Unipi, come la prova che "l’università cannibalizza l’ospedale".

Parole alle quali Neri risponde che "parlare di cannibalizzazione ha l’obiettivo di demolire l’Aoup, modello di eccellenza riconosciuto nel mondo, e la sinergia tra azienda e ospedale, fondamentale per garantire cure all’avanguardia". "È necessario - dice - superare la visione di una contrapposizione tra medici ospedalieri e universitari. I primi garantiscono l’assistenza quotidiana e la gestione operativa dei reparti (oltre a essere coinvolti in ricerca e didattica), i secondi universitari integrano l’attività clinica con ricerca e formazione".

Nel merito della polemica, il preside afferma che "il passaggio di Neurochirurgia sotto la direzione universitaria è motivato da un concorso per professore ordinario, programmato da tempo da Aoup, vinto da un professionista di eccellenza (peraltro non universitario, essendosi formato all’irccs Istituto neurologico ‘Carlo Besta’) e non è una perdita per l’ospedale, ma un’opportunità per elevare ulteriormente gli standard di cura e ricerca". "Infatti – prosegue –, una direzione accademica consente di accedere a fondi di ricerca dell’università anche ai medici della Unità operativa diretta dal professore ordinario, oltre alle opportunità di didattica che ne conseguono".

Parlando del motivo per il quale sono così tanti i medici universitari ai vertici dell’ospedale, Neri spiega che ciò dipende dal percorso degli accademici "caratterizzato da rigidi concorsi pubblici, valutazione costante della produzione scientifica oltre a una dura competizione internazionale per pubblicazioni e finanziamenti. Gli universitari arrivano a posizioni apicali perché sono professionisti altamente selezionati che hanno superato numerosi ostacoli nella loro carriera". Infine, il preside della Scuola di Medicina risponde alla questione dell’inefficienza delle strutture universitarie sollevata da Anaao. "La presenza di ‘’solo una o due persone’’ in alcuni reparti può riflettere la scarsità di risorse umane e che semmai l’essere in pochi e produrre eccellenza assistenziale è un merito. Inoltre, l’esenzione da "servizi più gravosi" può essere necessaria per permettere ai professori di dedicare tempo alla ricerca e all’insegnamento, attività cruciali per l’avanzamento della medicina".

In sostanza, conclude il professor Neri, "il cambiamento nella direzione di un reparto come la Neurochirurgia non dovrebbe essere visto come uno ‘’schiaffo’’ ai medici ospedalieri, ma come un’opportunità per arricchire l’offerta sanitaria. Invece di alimentare divisioni, dovremmo concentrarci su come migliorare le opportunità di carriera per tutti i professionisti sanitari, siano essi ospedalieri o universitari, attraverso una collaborazione rispettosa e sinergica, garantendo il miglior servizio possibile ai pazienti".