"Il Covid è ancora molto aggressivo Rientro a scuola con la mascherina"

Spartaco Sani (Malattie infettive dell’Asl) avverte: "Era necessaria più attenzione durante l’estate.. L’estesa attività di prevenzione consente di individuare molti casi in anticipo e di poterli gestire meglio"

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"Se noi oggi non facessimo tutta questa attività di prevenzione per individuare i nuovi positivi, ci sarebbe libera circolazione del virus e ci troveremmo presto ad una nuova ondata". Il dottor Spartaco Sani, direttore di malattie infettive dell’Asl Toscana Nord Ovest, mette in guardia sul problema senza girarci troppo intorno: "questo virus ha dimostrato che a riprendere ci mette poco". I numeri di queste ultime settimane parlano chiaro. La curva del contagio è in salita costante. E sta riprendendo alla vigilia di un momento cruciale: il ritorno a scuola.

Dottore, in questa situazione, davanti a questi dati, cosa dobbiamo aspettarci con il ritorno degli alunni in classe?

"E’ chiaro che la riapertura delle scuole stia destando preoccupazione. Ma non è per forza detto che debba accadere qualcosa. Certo è che il mondo della scuola crea, per ovvie ragioni, un grande movimento di persone. Credo che la cosa principale sia fare tutto quello che verrà stabilito. Prioritario sarà che sia le famiglie che i ragazzi, in presenza di febbre o di sintomi influenzali, non vadano a scuola e, seguiti dai medici, facciano tutti gli accertamenti del caso. La mascherina in questa fase è un dispositivo molto importante, non sarà di facile gestione perché è difficoltoso tenerla a lungo. Ma serve e molto".

La gestione della ripresa dell’attività scolastica sarà quindi complessa?

"Su questo non c’è dubbio. Ottimale sarebbe stato avere a disposizione classi grandi, possibilità di effettuare turnazione o comunque con spazi adeguati per garantire il distanziamento. Altro aspetto, non secondario, sarà quello di areare frequentemente i locali".

Quali caratteristiche presenta questa nuova fase del contagio?

"Dalla fine di luglio e con l’inizio di agosto la ripresa del contagio è evidente e certificata. I nuovi contagiati hanno caratteristiche diverse rispetto a quelle a cui ci siamo trovati di fronte tra giugno e l’inizio di luglio. Quelli, semplificando, possiamo dire che erano strascichi della prima ondata della pandemia, soggetti che presentavano una positività residuale dal precedente contagio o contrazione della malattia. I nuovi hanno la sintomatologia da virus. E’ Covid. E tra questi abbiamo asintomatici, paucisintomatici e soggetti invece con sintomi più importanti. Oggi con l’ attività di prevenzione li vediamo di più e questo ci consente di limitare la diffusione: se lasciassimo tutto andare, in poco tempo, sarebbero guai. Se ci interessava tanto la scuola, quindi, quest’estate avremmo dovuto fare più attenzione".

C’è stato un allentamento troppo energico?

"Si sono incrociati vari fattori: la riapertura delle regioni quando in alcune il contagio era ancora in evidente circolazione, la riapertura delle frontiere che ha fatto ripartire i viaggi all’estero, o per vacanza, o di persone che sono tornate nella loro terra di origine e poi sono rientrate. Paesi, come i Balcani, dove il virus ancora viaggia forte. Bisogna però dire che oggi c’è più conoscenza del virus e sappiamo affrontarlo meglio. Se abbiamo casi limitati possiamo gestirli con tranquillità. Se lasciamo che riprenda ci troveremo ancora ad affrontare il tutto in emergenza con ciò che ne consegue. Il Covid c’è. Non è andato via. Siamo come nel gennaio-febbraio scorsi, quando circolava e non lo conoscevamo: la fase di pre ondata. Dobbiamo fare in modo di fermarla prima che arrivi".

Carlo Baroni