SAVERIO BARGAGNA
Cronaca

Il dissidente premio Nobel per la Pace è a Pisa. Il russo Belenkin fra guerra e pace: "Terrore senza fine finché vi sarà Putin"

Dissidente russo, con la sua Ong ha ricevuto il Nobel nel 2022. Sarà ospite a Pisa venerdì al ’Piccolo Festival della fiducia’. "In Italia diversi simpatizzanti dello zar, non escludo influenze".

Il dissidente Nobel . Belenkin, guerra e pace: "Terrore senza fine finché vi sarà Putin"

Pisa, 13 giugno 2024 –  Oggi vive a Praga, fino a qualche anno fa a Parigi. Boris Belenkin è nato a Mosca nel 1953 ma in Russia non può tornare. Costretto all’esilio Belenkin è il fondatore e direttore della biblioteca ’Memorial’, Ong russa premiata con il Nobel per la pace nel 2022 per la difesa dei diritti umani. L’intellettuale russo venerdì (14 giugno) sarà ospite del ‘Piccolo festival della fiducia’ organizzato dalla libreria Pellegrini. Alle 21.30, nel giardino della chiesa di San Frediano, presenterà il suo libro ’Non lasciare che ci uccidano. Storie di Memorial’.

Belenkin, lei sostiene che la storia dell’Unione Sovietica, e della Russia più in generale, segua un movimento circolare che riproduce pratiche repressive. Che cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro?

"L’espansione del terrore. Già adesso il numero di prigionieri politici è superiore rispetto all’epoca Brezhnev. Le condizioni a cui queste persone sono sottoposte ricordano l’era Stalin: privazione della cittadinanza e azzeramento delle proprietà. Più in generale vi è il completo trasferimento delle discipline umanistiche al servizio della propaganda e una censura onnicomprensiva. E non è tutto...".

Che cosa?

"Assistiamo a un costante aumento delle spese militari e quindi di un’economia al servizio delle esigenze belliche. Uno sforzo destinato, con persistenza, all’aggressione all’Occidente".

La guerra in Ucraina si inserisce in questo contesto.

"E in un copione già scritto. Comunque vada a finire Putin sosterrà di aver vinto la guerra e continuerà a denunciare l’interferenza negli affari interni russi dei Paesi occidentali. Forse si arriverà, ad un certo punto, ad un abbassamento della tensione mondiale, ma sarà solo una fase. La miccia, poi, tornerà ad accendersi. E tutto questo continuerà fino a quando non vi sarà la caduta completa del regime. Serve un cambiamento politico effettivo: la caduta del modello totalitario-autoritario e fascista attuale".

Esiste un’opposizione in Russia dopo la morte di Navalny?

"Le forme organizzate di protesta sono quasi escluse. Pertanto le attività di opposizione organizzata hanno lasciato il posto a forme di protesta individuali. Queste forme possono essere molto diverse e si manifestano in vari modi: nei giorni del funerale di Navalny con la deposizione di fiori sulla sua tomba e nei luoghi di memoria delle vittime della repressione politica. Ma anche distribuendo volantini e scrivendo post sui social".

Putin però ha appena vinto le recenti elezioni con un vasto margine di voti.

"Tutto falso. Le persone sono strettamente controllate ai seggi, l’affluenza in generale è stata bassa nonostante i grandi proclami. Il controllo ai seggi è serrato. Le persone hanno paura a votare contro il regime. Non ci sono cabine chiuse e per farlo bisogna cancellare il nome di Putin dalla scheda elettorale di fronte alla polizia".

Come è possibile raggiungere la pace in Ucraina?

"Aiutando le vittime e condannando l’aggressore in ogni forma possibile".

L’Italia e l’Europa sono un obiettivo dell’influenza russa? Secondo lei la questione russa può aver influito sul voto alle elezioni Europee?

"Non sono un politologo, ma osservo come in Italia la simpatia per Putin e la Russia sia più alta rispetto ad altri Paesi europei. Ecco perché ritengo che l’influenza russa sia, mi permetta il termine, ‘abbastanza’ possibile. Sul fatto che questo si traduca in un voto, beh... non credo. Le elezioni sono influenzate da agenti locali, non esterni".

In questi giorni si discute sulla possibilità di utilizzare missili statunitensi per colpire il territorio russo. Che ne pensa?

"E’ difficile fare previsioni. Alla fine sono soltanto il direttore di una Ong e l’autore di un libro. Ma se chiede la mia opinione personale le dirò che i missili americani non possono che aprire scenari peggiori rispetto a quelli attuali e che Putin reagirà molto male. Quanto pesante sarà la risposta russa lo scopriremo soltanto dopo aver sparato il primo missile".