REDAZIONE PISA

"Il femminicidio è frutto della cultura patriarcale"

Cgil Pisa: "Rivendicare parità di diritti, salari e pensioni uguali agli uomini"

"Il femminicidio è frutto della cultura patriarcale"

Verso il 25 novembre, anche il coordinamento delle donne della Cgil Pisa lancia l’allarme sui dati preoccupati del 2023, con più di 105 femminicidi in un anno, compreso per ultimo quello di Giulia Ceccherin. "Una donna uccisa ogni tre giorni è un dato insopportabile ed inaccettabile – scrive la Cgil di Pisa -, L’ultima vittima solo in ordine di tempo, perché purtroppo già sappiamo che non sarà l’ultima, è stata Giulia, una ragazza giovanissima, prossima a raggiungere la laurea, un importante traguardo della sua vita.

Un femminicidio compiuto nel Nord più ricco e prospero, a dimostrazione che la violenza contro le donne è un fenomeno che attraversa tutta la società. Il femminicidio è frutto della cultura patriarcale, che considera la donna inferiore, una proprietà da utilizzare proprio come tutte le altre, al proprio servizio e per la soddisfazione dei propri bisogni.

Una cultura che non ammette frustrazioni, che non ammette rifiuti. Piuttosto che soffermarci solo sull’inasprimento delle pene, o a stilare vademecum ad uso delle donne su come difendersi dalla violenza, dovremmo rivendicare forte e chiaro il diritto delle donne ad essere considerate pari nei diritti, ad avere salari e pensioni uguali a quelli degli uomini, a condividere con loro la genitorialità, chiedere con forza che sia la società a diventare responsabile dell’ impegno della cura che, insieme alla maternità, devono essere prese in carico da un welfare pubblico in grado di distribuirne l’onere su tutti. Per questo riteniamo – continua l’appello del coordinamento -, sia necessaria un’azione forte e rivendicativa dei diritti delle donne, che veda impegnata la Cgil nelle sedi di contrattazione, ma anche con una maggiore presenza e visibilità nelle piazze, a partire dall’adesione allo sciopero Internazionale delle Donne dell’8 marzo".

Nel documento firmato dal sindacato, l’invito ad agire sul fronte dell’educazione a partire dalle scuole di ogni ordine e grado. "Se vogliamo che davvero cambi la cultura e, di conseguenza, l’intera società occorre che l’educazione all’affettività e alla sessualità sia introdotta nei programmi scolastici e sia resa obbligatoria".

E.M.D.P.