
Montate le paratie sui lungarni ed evacuati 50 nuclei familiari nelle aree golenali. In provincia inviati i soccorsi fluviali dei vigili del fuoco per trarre in salvo le persone. .
di Gabriele MasieroPISAÈ stata una giornata pesante con gli occhi incollati sul fiume e sugli smartphone a spulciare notizie e previsioni del tempo. La piena dell’Arno, più grande e preoccupante di quella del 2019 con un’altezza del fiume superiore di circa 20 centimetri a quella di sei anni fa, ha consegnato una notte di paura ai pisani. Una riunione dietro l’altra in prefettura, in Comune e nei Centri operativi dei comuni limitrofi, con un balletto di informazioni spesso controverse da un’ora all’altra. "L’allarme resta alto - ha detto in serata il prefetto Maria Luisa D’Alessandro - e il picco di piena è previsto intorno all’una di notte. Per cui raccomandiamo i cittadini a non uscire di casa e ad avere comportamenti di estrema prudenza".
Gli spostamenti sono sconsigliati. La conta dei danni si potrà fare solo in mattinata. Ma ci sono stati e con la luce del giorno e l’Arno in ritirata si vedranno ancora di più e meglio. ieri pomeriggio il Comune ha ordinato l’evacuazione di una cinquantina di nuclei familiari residenti nelle aree golenali, dove le case sono state minacciate dall’acqua o addirittura danneggiate ai piani bassi. In provincia è stato perfino necessario inviare i soccorsi fluviali dei vigili del fuoco per trarre in salvo le persone. A Pisa la situazione è stata meno critica, ma con il fiato sospeso fino a notte fonda.
La pioggia non ha smesso un secondo di cadere. Qui in modo persistente, ma senza cumulati particolarmente preoccupanti. Ma siamo a valle e a determinare le condizioni di pericolo sono le piogge, purtroppo molto abbondanti, dell’area fiorentina. Che sarebbe stata una giornata di passione, però, lo si era capito subito. Già la sera precedente, quando è partito l’ordine - all’ultimo tuffo - di chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado, in tutta la provincia, capoluogo compreso, come mai era accaduto negli ultimi anni in circostanze analoghe.
E di buon mattino quando l’Arno è apparso gonfio e rumoroso anche sui nostri meravigliosi Lungarni con la corsa verso il mare rallentata dal vento e i detriti raccolti lungo l’alveo del fiume che si incastravano sotto i ponti. Alle 10.30 il prefetto ha ordinato il montaggio delle paratie. Alle 14 decine di militari dell’esercito erano dislocati lungo le spallette a rafforzare le sponde con barriere metalliche. A pomeriggio inoltrato, quando ha ripreso a piovere forte, il centro aveva un’aria spettrale. Città praticamente deserta, lungo le strade solo le luci blu dei mezzi della protezione civile e delle forze dell’ordine a presidiare le zone di maggiore pericolo. Chi nelle ore precedenti scattava foto al fiume minaccioso per pura curiosità ha iniziato ad avere paura e quelle foto e quei video sono diventati messaggi di allarme da inoltrare ad amici e parenti. Ombrelli aperti e cuore in gola.
Pisa è andata a dormire in preda all’ansia, in un incubo a occhi aperti, il fiume compagno di secoli e testimone di meraviglia ieri e per tutta la notte ha fatto paura ai pisani e a chi si è trovato in questo week end a visitare la città. Anche il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, è arrivato in città per rendersi conto personalmente dei rischi che correva dopo avere seguito per tutto il giorno il corso del fiume che ovunque lungo il suo alveo ha procurato danni, disagi e paura.