
Oltre 200 studenti in Piazza Duomo con l’associazione per Valeria Vanni . La ragazza scomparve nel sonno a 14 anni per arresto cardiaco.
"Oggi Pisa ha mandato un messaggio chiaro: la formazione salvavita non è un optional. Le scuole devono inserire nei programmi didattici due ore di lezioni salvavita e uso del defibrillatore". È questo il messaggio che arriva dalle centinaia di studenti che si sono riuniti ieri in Piazza dei Miracoli per mostrare il grande cuore di Pisa... letteralmente. Oltre 200 persone hanno infatti dato vita a un simbolo potente, ricreando insieme a istruttori, docenti e volontari un cuore umano sul verde prato del sito Unesco per chiedere che nelle scuole in Italia vengano inserite due ore obbligatorie annuali di supporto di base delle funzioni vitali e defibrillazione precoce (Blsd) nei programmi didattici. Tecniche di primo soccorso che possono essere fondamentali per salvare le vite. L’evento, organizzato dall’associazione "Il Cuore che Vale" in memoria della giovane Valeria Vanni, scomparsa a 14 anni per un arresto cardiaco nel sonno, ha unito voci e associazioni da tutta l’Italia per trasformare il dolore in azione concreta.
Nello specifico, l’iniziativa punta a rendere operativi gli articoli delle Leggi 107/2015 (Buona Scuola) e 116/2021, che prevedono corsi obbligatori su rianimazione cardiopolmonare, uso del defibrillatore e manovre di disostruzione. "Non possiamo più aspettare: due ore l’anno possono salvare una vita - ha detto il presidente dell’associazione Luca Vanni -. Chiediamo alla Regione Toscana e al Ministero dell’Istruzione di rendere strutturale questa formazione, coinvolgendo insegnanti e studenti".
L’iniziativa ha visto anche la partecipazione delle famiglie di diverse giovani vittime di arresti cardiaci improvvisi: "I nostri figli ci chiedono di agire - sono le parole della madre di Mirco Ungaretti, Marisa Giunchigliani -. La scuola deve essere il primo luogo dove si impara a salvare una vita".
Al loro fianco, anche diversi docenti della provincia di Lucca che, grazie al progetto dell’Associazione Mirco Ungaretti, vengono formati gratuitamente come istruttori Blsd e a loro volta addestrano gli studenti. "Due ore bastano per fare la differenza - ha aggiunto Stefano Ungaretti, presidente dell’associazione Mirco Ungaretti - abbiamo già oltre 30 casi di studenti che hanno salvato un parente o un amico: questa è la prova che funziona. Trasferiamo le nostre competenze da volontari ai docenti e rendiamo obbligatoria questa materia, anche il nostro presidente della Repubblica è favorevole e ci sprona a sollecitare il Governo nell’adempiere a questo cambiamento culturale".
Mario Ferrari