Le tonnellate di terre, ritenute avvelenate dal Keu, sono ancora un fronte aperto per i territori. Ma anche per la Regione Toscana. Stiamo parlando della bonifica dei siti sparsi fra province di Pisa, Arezzo e Firenze nelle quali il Keu miscelato con terre da scavo – secondo l’inchiesta della procura antimafia – venne smaltito illegamente nella realizzazione di rilevati stradali o riempimenti ambientali. Erano i giorni dell’aprile 2021, in cui scoppiò lo scandalo fra arresti e sequestri. L’assessora regionale all’ambiente, facendo il punto in aula, sui 13 siti interessati ha sottolineato che sono stati oggetto di un capillare monitoraggio delle matrici ambientali, e a favore di tre di essi sono stati assunti impegni finanziari. "La Regione per i tre siti di competenza ha stanziato complessivamente 15milioni di euro". Monni ha ricordato che gli impianti in questione sono quello di gestione rifiuti inerti Le Rose srl di Bucine ad Arezzo, Le Rose srl di Pontedera in provincia di Pisa e la strada regionale 429 tra Empoli e Castelfiorentino nella provincia di Firenze: solo qui sarebbero finite secondo le indagini circa 8mila tonnellate destinate alla realizzazione di diverse opere come il quinto lotto. Per Bucine, ha spiegato Monni, è stato necessario estendere le indagini alle aree limitrofe. A Pontedera, Arpat non ha rilevato contaminazioni ambientali, ma sono presenti cumuli di rifiuti per i quali è stato concordato un piano operativo di rimozione che si concluderà entro settembre. Sulla Sr 429, messa in sicurezza, le analisi chimiche – da quanto riferito – hanno mostrato la conformità ambientale dei materiali. Monni ha inoltre precisato che negli altri undici siti coinvolti, in quattro (Montaione, Pisa, Crespina Lorenzana, e una discarica ad Arezzo) non sono emerse contaminazioni. Per i restanti sette sono state avviate le procedure di rimozione dei rifiuti.
Quattro anni dopo i fatti, quindi, c’è ancora un bel po’ di strada da fare. Come sul fronte penale. L’udienza preliminare a Firenze, per l’inchiesta Keu, è in piedi da mesi e, anche nel dicembre scorso, ha dovuto concentrarsi su questioni tecniche relative alle notifiche del decreto ai responsabili civili. La prossima udienza è stata fissata per febbraio e potrebbe allora entrare nel vivo la discussione sulle richieste di rinvio e giudizio (la Procura chiede di mandare a processo 24 persone e 6 società). I capi di accusa contestati a vario titolo nell’inchiesta vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alle attività organizzate di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale, fino alla corruzione elettorale.
Questo, appunto, è anche un processo con tante parti civili: enti pubblici e associazioni come Lega Ambiente, Libera, Movimento Consumatori, Gruppo Intervento Giuridico, residenti sulla 429 (questi chiedono danni per 940mila euro) e Comitato Vittime Podere Rota. Tutte le parti ammesse hanno chiesto la citazione come responsabili civili dell’Associazione Conciatori, Consorzio Depuratore di Santa Croce, Consorzio Aquarno, Società Lerose Srl. I Comuni di Pisa e di Crespina Lorenzana hanno richiesto la citazione come responsabili civili del Comune di Santa Croce e della Regione. Il capogruppo della Lega in consiglio regionale Elena Meini ha detto: "Interrogherò nuovamente la giunta per sapere se sia possibile conoscere, procedimento giudiziario permettendo, quali altri luoghi siano stati inquinati dal Keu, oltre ai già noti". Da tempo si parla di Arpat e carabinieri che si starebbero concentrando su un’altra sessantina di siti in tutta la Toscana. Sarebbe, nel caso, un filone bis dello scandalo.